Col pellegrinaggio regionale al Santuario di Montenero l'attività del Coordinamento Toscano «Benedetto XVI» prende il suo avvio definitivo. Prima di passare alla cronaca dell'evento, che un grave episodio di contestazione ha trasformato in un vero e proprio caso mediatico, è necessario spendere qualche parola sulla natura dell'ente che l'ha organizzato, vista la sua importanza nel panorama della diffusione della liturgia «straordinaria» in Italia.
Il 22 novembre 2008 i rappresentanti di alcuni gruppi di fedeli toscani legati all'antica tradizione liturgica si sono riuniti a Prato per confrontarsi sulle problematiche scaturite dall'applicazione del motu proprio Summorum Pontificum e valutare la possibilità di costituire una federazione a livello regionale che avesse lo scopo di promuovere la conoscenza e la diffusione della forma straordinaria del rito romano. È nato in questo modo un Coordinamento regionale che, intitolato al nome del Pontefice regnante, si ispira ai princìpi enunciati nel motu proprio Summorum Pontificum e intende fungere da punto di riferimento e di contatto tra le diverse realtà regionali impegnate, in qualunque modo, nella sua applicazione.
Abbiamo detto che il Coordinamento ha una struttura federativa. Non si tratta, infatti, di un'ulteriore associazione che intende sovrapporsi a quelle già esistenti, ma di un ente «super partes» in cui ciascun movimento locale mantiene intatta la propria autonomia e collabora con gli altri per la realizzazione di iniziative comuni.
Tra queste, assume particolare rilievo il pellegrinaggio al Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, proclamata da Pio XII Patrona principale della Toscana. L'evento, sebbene abbia conosciuto una precedente edizione ad opera di alcuni gruppi della regione, ha tutte le caratteristiche di una «prima volta», sia perché le difficoltà organizzative avevano impedito al pellegrinaggio del 2008 di assumere l'importanza che meritava, sia perché quest'anno l'iniziativa è stata promossa da una federazione – il Coordinamento «Benedetto XVI», appunto – che raccoglie in pratica tutte le realtà regionali legate alla liturgia antica.
C'erano dunque tutti i presupposti per un evento della massima risonanza, almeno nel nostro Paese, dove iniziative di questo genere sono ancora piuttosto rare, tanto che qualcuno ha paragonato il nostro pellegrinaggio a una piccola Chartres italiana. Fatte le debite proporzioni, l'intenzione degli organizzatori era analoga: favorire un momento di condivisione e di preghiera comune tra tutti i fedeli legati alla spiritualità tradizionale, favorendo un clima di collaborazione e di amicizia con le autorità ecclesiastiche locali.
I risultati non si sono fatti attendere. Dopo alcune difficoltà iniziali, dovute soprattutto a imprevisti ritardi organizzativi, il Coordinamento Toscano ha ottenuto che il proprio pellegrinaggio fosse onorato dalla benedizione di due Vescovi: una figurata, quella del Vescovo di Livorno, che ha contribuito attivamente alla realizzazione dell'evento; l'altra reale, quella del Vescovo di San Miniato, che al termine della funzione ha impartito la benedizione papale con annessa l'indulgenza plenaria. A questi due Presuli, che hanno saputo cogliere lo spirito prettamente ecclesiale dell'iniziativa, vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, come pure al M. Rev. P. D. Luca Bernardo Giustarini, O.S.B. Vall., Parroco di Montenero, al quale si deve l'ottima accoglienza che il Santuario ha offerto ai pellegrini.
Veniamo ora alla cronaca dell'evento. Cominciato sotto i migliori auspici, esso è stato presto funestato da alcuni gravi inconvenienti, i quali però, sebbene siano stati motivo di perplessità e di sconforto, non hanno ne hanno impedito la buona riuscita. Di qui la ragione del titolo dato a questo resoconto: «Qui seminant in lacrimis, in exsultatione metent». «Chi semina nel pianto, raccoglie nella gioia» (Sal. 125, 5). A nessuno sfugge, del resto, che le iniziative in favore della liturgia tradizionale sono quasi sempre costellate da imprevisti di ogni genere. Questo ci conferma nella bontà del nostro operato.
Tra le 11 e le 11,30 di sabato 13 giugno scorso un consistente numero di pellegrini, costituito da circa un'ottantina di persone, si è raccolto in piazza delle Carrozze per dare inizio alla tradizionale salita verso il Santuario, accompagnata dalla recita del santo Rosario. Nel frattempo è giunta la notizia che una lunga coda sulla superstrada che collega Firenze con Pisa e Livorno aveva notevolmente ostacolato l'arrivo dei pellegrini provenienti da quell'area, in particolare dei Cavalieri della Milizia del Tempio di Poggibonsi. Molti sono stati costretti a tornare a casa, mentre ad altri il consistente ritardo ha impedito di prendere parte alla processione.
Tuttavia, un problema ben più serio si preparava lungo l'inizio della salita. Un gruppo di persone, appartenenti – sembra – ai centri sociali o ai gruppi anarchici di Livorno presidiava la strada e aveva tutta l'aria di voler contestare lo svolgimento della processione. Nonostante questo, i pellegrini si sono messi in marcia, cominciando devotamente la recita del santo Rosario. Al loro passaggio, il gruppo di contestatori ha intonato cori antifascisti. Poi, vedendo che la provocazione non sortiva alcun effetto, visto il carattere esclusivamente religioso della manifestazione, sono passati alle bestemmie e alle offese personali, minacciando perfino l'aggressione fisica. Soltanto il buon senso dei pellegrini, che, con spirito di cristiana sopportazione, hanno continuato imperterriti a recitare la loro corona, senza in alcun modo cedere alla provocazione, ha evitato che la salita al Santuario trascendesse in una rissa. Una troupe televisiva, presente sul posto, ha documentato ampiamente il fatto, che ha ricevuto molta risonanza sugli organi di stampa locali ed anche su alcuni di quelli nazionali.
Sembra che a causare la contestazione sia stata la comparsa della notizia del pellegrinaggio su un sito di estrema destra, che ha tentato di strumentalizzare l'evento in chiave politica. Il Coordinamento «Benedetto XVI», venuto a sapere dell'increscioso episodio, ha preso immediatamente le distanze da qualunque tentativo di questo genere, ribadendo la natura esclusivamente religiosa dell'evento e associandosi al comunicato di condanna diramato la sera stessa dalla curia di Livorno.
Non contento di questa prima contestazione, il gruppo di facinorosi, servendosi della funicolare, ha preceduto i pellegrini sulla piazza del Santuario, dando luogo, anche lì, ad un vergognoso coro di bestemmie, ingiurie e minacce. Poco dopo, quando i fedeli erano ormai entrati nel Santuario, sono finalmente sopraggiunte alcune pattuglie della polizia, che hanno identificato i contestatori.
Ma le cattive notizie erano ben lungi dall'essere terminate. All'arrivo in Santuario, il presidente del Coordinamento è stato avvisato che Mons. Tardelli, impegnato nella prima mattinata in una funzione religiosa a Firenze, era rimasto imbottigliato in una lunga coda sull'autostrada Firenze-Pisa, causata da un altro grave incidente. Essendo già mezzogiorno passato, la celebrazione della Santa Messa è dovuta cominciare senza attendere l'arrivo del Presule.
Celebrava il M. Rev. D. Enrico Bini, Parroco dello Spirito Santo a Prato. Fungeva da diacono il Rev. D. Gregorio Lipovszky, Cappellano della Milizia del Tempio di Poggibonsi, e da suddiacono il Rev. D. Andrea Nizzoli, dell'Opera di Maria Madre della Chiesa. La basilica del Santuario era affollata da oltre duecento fedeli, alcuni appartenenti ai diversi gruppi toscani che avevano contribuito ad organizzare il pellegrinaggio, altri – ed erano la maggior parte – venuti per assistere alla loro «prima» Messa in forma straordinaria. Tutti si sono giovati dei libretti appositamente realizzati per l'occasione, che hanno permesso di seguire agevolmente la funzione ed anche di farsi un'idea più esatta dei tesori racchiusi dall'antica liturgia della Chiesa. Molto significativa, inoltre, la presenza di alcuni esponenti del clero livornese e toscano.
La Messa si è svolta in un clima di grande devozione. Due cori, disposti nella cantoria a lato dell'altare maggiore, hanno accompagnato la liturgia, eseguendo non solo canti gregoriani, ma anche musiche di Palestrina, Mozart, Liszt, Saint-Saens. Al momento della Comunione, una lunghissima fila di fedeli che intendevano accostarsi alla santa Mensa ha riempito l'intera navata del santuario.
Dicevamo prima che chi semina nel pianto raccoglie nella gioia. In effetti, quando ormai la Messa volgeva al termine, è giunta la notizia dell'arrivo di Mons. Tardelli, appena in tempo per impartire la benedizione papale prevista al termine della funzione. Il Vescovo, rivestitosi dei paramenti pontificali in sacrestia, è salito all'altare e, dopo la lettura del decreto della Sacra Penitenzieria Apostolica, ha impartito la solenne benedizione con annessa indulgenza plenaria secondo il rito previsto dal Pontificale Romanum in vigore nel 1962.
La presenza, molto significativa, di un Vescovo – e per di più toscano – al pellegrinaggio del Coordinamento «Benedetto XVI» è un'ulteriore conferma della bontà dell'iniziativa e ripaga i partecipanti di tutte le difficoltà che hanno dovuto affrontare, nella convinzione che la strada intrapresa è buona e che gli ostacoli incontrati non devono fermarci. Non resta che rivolgere un sentito e devoto ringraziamento alla Beata Vergine delle Grazie, che con la sua efficace intercessione ha reso possibile tutto questo. L'anno prossimo, a Dio piacendo, si potrà fare anche di più e meglio.
Il 22 novembre 2008 i rappresentanti di alcuni gruppi di fedeli toscani legati all'antica tradizione liturgica si sono riuniti a Prato per confrontarsi sulle problematiche scaturite dall'applicazione del motu proprio Summorum Pontificum e valutare la possibilità di costituire una federazione a livello regionale che avesse lo scopo di promuovere la conoscenza e la diffusione della forma straordinaria del rito romano. È nato in questo modo un Coordinamento regionale che, intitolato al nome del Pontefice regnante, si ispira ai princìpi enunciati nel motu proprio Summorum Pontificum e intende fungere da punto di riferimento e di contatto tra le diverse realtà regionali impegnate, in qualunque modo, nella sua applicazione.
Abbiamo detto che il Coordinamento ha una struttura federativa. Non si tratta, infatti, di un'ulteriore associazione che intende sovrapporsi a quelle già esistenti, ma di un ente «super partes» in cui ciascun movimento locale mantiene intatta la propria autonomia e collabora con gli altri per la realizzazione di iniziative comuni.
Tra queste, assume particolare rilievo il pellegrinaggio al Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, proclamata da Pio XII Patrona principale della Toscana. L'evento, sebbene abbia conosciuto una precedente edizione ad opera di alcuni gruppi della regione, ha tutte le caratteristiche di una «prima volta», sia perché le difficoltà organizzative avevano impedito al pellegrinaggio del 2008 di assumere l'importanza che meritava, sia perché quest'anno l'iniziativa è stata promossa da una federazione – il Coordinamento «Benedetto XVI», appunto – che raccoglie in pratica tutte le realtà regionali legate alla liturgia antica.
C'erano dunque tutti i presupposti per un evento della massima risonanza, almeno nel nostro Paese, dove iniziative di questo genere sono ancora piuttosto rare, tanto che qualcuno ha paragonato il nostro pellegrinaggio a una piccola Chartres italiana. Fatte le debite proporzioni, l'intenzione degli organizzatori era analoga: favorire un momento di condivisione e di preghiera comune tra tutti i fedeli legati alla spiritualità tradizionale, favorendo un clima di collaborazione e di amicizia con le autorità ecclesiastiche locali.
I risultati non si sono fatti attendere. Dopo alcune difficoltà iniziali, dovute soprattutto a imprevisti ritardi organizzativi, il Coordinamento Toscano ha ottenuto che il proprio pellegrinaggio fosse onorato dalla benedizione di due Vescovi: una figurata, quella del Vescovo di Livorno, che ha contribuito attivamente alla realizzazione dell'evento; l'altra reale, quella del Vescovo di San Miniato, che al termine della funzione ha impartito la benedizione papale con annessa l'indulgenza plenaria. A questi due Presuli, che hanno saputo cogliere lo spirito prettamente ecclesiale dell'iniziativa, vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, come pure al M. Rev. P. D. Luca Bernardo Giustarini, O.S.B. Vall., Parroco di Montenero, al quale si deve l'ottima accoglienza che il Santuario ha offerto ai pellegrini.
Veniamo ora alla cronaca dell'evento. Cominciato sotto i migliori auspici, esso è stato presto funestato da alcuni gravi inconvenienti, i quali però, sebbene siano stati motivo di perplessità e di sconforto, non hanno ne hanno impedito la buona riuscita. Di qui la ragione del titolo dato a questo resoconto: «Qui seminant in lacrimis, in exsultatione metent». «Chi semina nel pianto, raccoglie nella gioia» (Sal. 125, 5). A nessuno sfugge, del resto, che le iniziative in favore della liturgia tradizionale sono quasi sempre costellate da imprevisti di ogni genere. Questo ci conferma nella bontà del nostro operato.
Tra le 11 e le 11,30 di sabato 13 giugno scorso un consistente numero di pellegrini, costituito da circa un'ottantina di persone, si è raccolto in piazza delle Carrozze per dare inizio alla tradizionale salita verso il Santuario, accompagnata dalla recita del santo Rosario. Nel frattempo è giunta la notizia che una lunga coda sulla superstrada che collega Firenze con Pisa e Livorno aveva notevolmente ostacolato l'arrivo dei pellegrini provenienti da quell'area, in particolare dei Cavalieri della Milizia del Tempio di Poggibonsi. Molti sono stati costretti a tornare a casa, mentre ad altri il consistente ritardo ha impedito di prendere parte alla processione.
Tuttavia, un problema ben più serio si preparava lungo l'inizio della salita. Un gruppo di persone, appartenenti – sembra – ai centri sociali o ai gruppi anarchici di Livorno presidiava la strada e aveva tutta l'aria di voler contestare lo svolgimento della processione. Nonostante questo, i pellegrini si sono messi in marcia, cominciando devotamente la recita del santo Rosario. Al loro passaggio, il gruppo di contestatori ha intonato cori antifascisti. Poi, vedendo che la provocazione non sortiva alcun effetto, visto il carattere esclusivamente religioso della manifestazione, sono passati alle bestemmie e alle offese personali, minacciando perfino l'aggressione fisica. Soltanto il buon senso dei pellegrini, che, con spirito di cristiana sopportazione, hanno continuato imperterriti a recitare la loro corona, senza in alcun modo cedere alla provocazione, ha evitato che la salita al Santuario trascendesse in una rissa. Una troupe televisiva, presente sul posto, ha documentato ampiamente il fatto, che ha ricevuto molta risonanza sugli organi di stampa locali ed anche su alcuni di quelli nazionali.
Sembra che a causare la contestazione sia stata la comparsa della notizia del pellegrinaggio su un sito di estrema destra, che ha tentato di strumentalizzare l'evento in chiave politica. Il Coordinamento «Benedetto XVI», venuto a sapere dell'increscioso episodio, ha preso immediatamente le distanze da qualunque tentativo di questo genere, ribadendo la natura esclusivamente religiosa dell'evento e associandosi al comunicato di condanna diramato la sera stessa dalla curia di Livorno.
Non contento di questa prima contestazione, il gruppo di facinorosi, servendosi della funicolare, ha preceduto i pellegrini sulla piazza del Santuario, dando luogo, anche lì, ad un vergognoso coro di bestemmie, ingiurie e minacce. Poco dopo, quando i fedeli erano ormai entrati nel Santuario, sono finalmente sopraggiunte alcune pattuglie della polizia, che hanno identificato i contestatori.
Ma le cattive notizie erano ben lungi dall'essere terminate. All'arrivo in Santuario, il presidente del Coordinamento è stato avvisato che Mons. Tardelli, impegnato nella prima mattinata in una funzione religiosa a Firenze, era rimasto imbottigliato in una lunga coda sull'autostrada Firenze-Pisa, causata da un altro grave incidente. Essendo già mezzogiorno passato, la celebrazione della Santa Messa è dovuta cominciare senza attendere l'arrivo del Presule.
Celebrava il M. Rev. D. Enrico Bini, Parroco dello Spirito Santo a Prato. Fungeva da diacono il Rev. D. Gregorio Lipovszky, Cappellano della Milizia del Tempio di Poggibonsi, e da suddiacono il Rev. D. Andrea Nizzoli, dell'Opera di Maria Madre della Chiesa. La basilica del Santuario era affollata da oltre duecento fedeli, alcuni appartenenti ai diversi gruppi toscani che avevano contribuito ad organizzare il pellegrinaggio, altri – ed erano la maggior parte – venuti per assistere alla loro «prima» Messa in forma straordinaria. Tutti si sono giovati dei libretti appositamente realizzati per l'occasione, che hanno permesso di seguire agevolmente la funzione ed anche di farsi un'idea più esatta dei tesori racchiusi dall'antica liturgia della Chiesa. Molto significativa, inoltre, la presenza di alcuni esponenti del clero livornese e toscano.
La Messa si è svolta in un clima di grande devozione. Due cori, disposti nella cantoria a lato dell'altare maggiore, hanno accompagnato la liturgia, eseguendo non solo canti gregoriani, ma anche musiche di Palestrina, Mozart, Liszt, Saint-Saens. Al momento della Comunione, una lunghissima fila di fedeli che intendevano accostarsi alla santa Mensa ha riempito l'intera navata del santuario.
Dicevamo prima che chi semina nel pianto raccoglie nella gioia. In effetti, quando ormai la Messa volgeva al termine, è giunta la notizia dell'arrivo di Mons. Tardelli, appena in tempo per impartire la benedizione papale prevista al termine della funzione. Il Vescovo, rivestitosi dei paramenti pontificali in sacrestia, è salito all'altare e, dopo la lettura del decreto della Sacra Penitenzieria Apostolica, ha impartito la solenne benedizione con annessa indulgenza plenaria secondo il rito previsto dal Pontificale Romanum in vigore nel 1962.
La presenza, molto significativa, di un Vescovo – e per di più toscano – al pellegrinaggio del Coordinamento «Benedetto XVI» è un'ulteriore conferma della bontà dell'iniziativa e ripaga i partecipanti di tutte le difficoltà che hanno dovuto affrontare, nella convinzione che la strada intrapresa è buona e che gli ostacoli incontrati non devono fermarci. Non resta che rivolgere un sentito e devoto ringraziamento alla Beata Vergine delle Grazie, che con la sua efficace intercessione ha reso possibile tutto questo. L'anno prossimo, a Dio piacendo, si potrà fare anche di più e meglio.
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