martedì 12 novembre 2013

Il trasferimento di padre Lanzetta: alcune considerazioni



Il Coordinamento Regionale Toscano Benedetto XVI, in merito al trasferimento di padre Serafino Lanzetta FI da Firenze all’Austria, pur rispettando le scelte del Commissario padre Fidenzio Volpi, non può esimersi dal manifestare il senso di smarrimento che ha colpito tanti fedeli toscani, e fiorentini in particolare.

Se già aveva suscitato perplessità la vicenda del commissariamento di una congregazione zelante nell’apostolato, rigorosa nell’osservanza della regola francescana e - in controtendenza rispetto alla maggior parte degli ordini religiosi - fiorente di vocazioni, maggior apprensione destano gli attuali provvedimenti di avvicendamento, che hanno allontanato dall’Italia alcuni dei religiosi che più si erano distinti per la loro azione di apostolato, di insegnamento, anche pubblico, e di competenza nei ruoli direttivi rivestiti  all’interno dell’ordine.

Pur non volendo credere che si tratti di una misura punitiva, lo sconcerto ha indotto molti a formulare congetture piuttosto negative, espresse a mezzo stampa anche da una persona autorevole e prudente come il professor Pietro De Marco che ha intravisto in questa operazione la «la volontà di umiliare e disarmare una comunità non grande ma robustamente ortodossa …» (Corriere Fiorentino, 21 ottobre 2013).

Al commissariamento ha fatto seguito il divieto della celebrazione della S. Messa secondo il Messale del 1962 in tutte le chiese rette dai Francescani dell’Immacolata, salvo concessione dei vertici dell’Ordine: anche questo provvedimento ha suscitato il timore che si tratti di una ritorsione contro la sensibilità e l’attenzione mostrata dai religiosi nei riguardi della Tradizione e della celebrazione liturgica in Rito Antico. Ci auguriamo vivamente che così non sia, perché andrebbe contro le ragioni costitutive del nostro Coordinamento che ha tra i suoi scopi la promozione e l’applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum e dell’Istruzione Universae Ecclesiae di Papa Benedetto XVI.

Non abbiamo ovviamente nessuna preclusione nei confronti di chi verrà a sostituire padre Serafino ed anzi fin da adesso ci mettiamo a sua disposizione  e offriamo tutta la nostra disponibilità e collaborazione, certi di trovare in lui un altro vero Francescano dell’Immacolata, formatosi alla scuola di san Francesco d’Assisi, di san Massimiliano Maria Kolbe, del fondatore p. Stefano M. Manelli. Facendoci liberamente interpreti del coetus fidelium legati alla celebrazione della S. Messa secondo il rito antico della chiesa di Ognissanti di Firenze, e in franca ammirazione per quanto l'ordine dei Francescani dell'Immacolata ha sinora fatto per il bene delle anime di tutti i fedeli che a loro si sono rivolti, auspichiamo un approfondimento della riflessione sulla vicenda da parte dei vertici della congregazione. In tal modo, nel pieno rispetto delle rispettive competenze, speriamo che, attraverso la considerazione dell'intera realtà ecclesiale che in p. Lanzetta come in tutto l'Ordine ha trovato un punto di riferimento, sia possibile maturare le decisioni migliori per una più alta santificazione del gregge riunito intorno all'Ordine, così come per i suoi pastori.

Il Coordinamento, infine, esprime nuovamente la sua più viva gratitudine verso padre Serafino Lanzetta per la costante assistenza spirituale rivolta a noi tutti attraverso i ritiri spirituali da lui predicati, e per l’appoggio alle nostre iniziative e in particolare ai pellegrinaggi da noi annualmente organizzati al Santuario di Montenero, nella cui ultima edizione del 25 maggio di quest’anno ha officiato la solenne Santa Messa in rito antico. Il Coordinamento, assicurando le proprie preghiere, augura al padre Serafino di poter continuare proficuamente il proprio apostolato ovunque egli sarà destinato a svolgere la propria attività pastorale.

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