Il
Coordinamento Regionale Toscano Benedetto XVI, in merito al trasferimento di
padre Serafino Lanzetta FI da Firenze all’Austria, pur rispettando le scelte
del Commissario padre Fidenzio Volpi, non può esimersi dal manifestare il senso
di smarrimento che ha colpito tanti fedeli toscani, e fiorentini in
particolare.
Se
già aveva suscitato perplessità la vicenda del commissariamento di una
congregazione zelante nell’apostolato, rigorosa nell’osservanza della regola
francescana e - in controtendenza rispetto alla maggior parte degli ordini
religiosi - fiorente di vocazioni, maggior apprensione destano gli attuali
provvedimenti di avvicendamento, che hanno allontanato dall’Italia alcuni dei
religiosi che più si erano distinti per la loro azione di apostolato, di
insegnamento, anche pubblico, e di competenza nei ruoli direttivi
rivestiti all’interno dell’ordine.
Pur
non volendo credere che si tratti di una misura punitiva, lo sconcerto ha
indotto molti a formulare congetture piuttosto negative, espresse a mezzo
stampa anche da una persona autorevole e prudente come il professor Pietro De
Marco che ha intravisto in questa operazione la «la volontà di umiliare e disarmare una comunità non grande ma
robustamente ortodossa …» (Corriere Fiorentino, 21 ottobre 2013).
Al
commissariamento ha fatto seguito il divieto della celebrazione della S. Messa secondo
il Messale del 1962 in tutte le chiese rette dai Francescani dell’Immacolata,
salvo concessione dei vertici dell’Ordine: anche questo provvedimento ha
suscitato il timore che si tratti di una ritorsione contro la sensibilità e
l’attenzione mostrata dai religiosi nei riguardi della Tradizione e della
celebrazione liturgica in Rito Antico. Ci auguriamo vivamente che così non sia,
perché andrebbe contro le ragioni costitutive del nostro Coordinamento che ha
tra i suoi scopi la promozione e l’applicazione del Motu Proprio Summorum
Pontificum e dell’Istruzione Universae
Ecclesiae di Papa Benedetto XVI.
Non
abbiamo ovviamente nessuna preclusione nei confronti di chi verrà a sostituire
padre Serafino ed anzi fin da adesso ci mettiamo a sua disposizione e offriamo tutta la nostra disponibilità e
collaborazione, certi di trovare in lui un altro vero Francescano
dell’Immacolata, formatosi alla scuola di san Francesco d’Assisi, di san
Massimiliano Maria Kolbe, del fondatore p. Stefano M. Manelli. Facendoci
liberamente interpreti del coetus
fidelium legati alla celebrazione della S. Messa secondo il rito antico
della chiesa di Ognissanti di Firenze, e in franca ammirazione per quanto
l'ordine dei Francescani dell'Immacolata ha sinora fatto per il bene delle
anime di tutti i fedeli che a loro si sono rivolti, auspichiamo un
approfondimento della riflessione sulla vicenda da parte dei vertici della
congregazione. In tal modo, nel pieno rispetto delle rispettive competenze,
speriamo che, attraverso la considerazione dell'intera realtà ecclesiale che in
p. Lanzetta come in tutto l'Ordine ha trovato un punto di riferimento, sia
possibile maturare le decisioni migliori per una più alta santificazione del
gregge riunito intorno all'Ordine, così come per i suoi pastori.
Il
Coordinamento, infine, esprime nuovamente la sua più viva gratitudine verso
padre Serafino Lanzetta per la costante assistenza spirituale rivolta a noi
tutti attraverso i ritiri spirituali da lui predicati, e per l’appoggio alle nostre iniziative e in particolare ai pellegrinaggi da noi annualmente organizzati
al Santuario di Montenero, nella cui ultima edizione del 25 maggio di quest’anno
ha officiato la solenne Santa Messa in rito antico. Il Coordinamento,
assicurando le proprie preghiere, augura al padre Serafino di poter continuare proficuamente
il proprio apostolato ovunque egli sarà destinato a svolgere la propria attività pastorale.
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