CONFRATERNITA DI SAN
FRANCESCO POVERINO
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LA SCOMPARSA DEL
CONFRATELLO MONS. FABRIZIO PORCINAI
In
età ancor giovane, alcuni giorni fa è scomparso, per un male
incurabile che lo tormentava da molto tempo, ma lucido sino alla
fine, mons. Fabrizio Porcinai, Vicario Episcopale per l’economia
dell’Arcidiocesi di Firenze.
Vocazione
adulta formatasi nel contesto della FIAT di cui era divenuto da
semplice impiegato uno dei dirigenti, è stato per molti anni
co-parroco della Basilica di S. Lorenzo e rettore del Seminario
fiorentino.
Mio
tramite la Venerabile Confraternita di S. Francesco Poverino ha
manifestato già e manifesta ora qui il dolore degli Ascritti e la
religiosa partecipazione al lutto che ha colpito la Chiesa fiorentina
con la perdita dell’amato Confratello, sempre disponibile a venire
incontro alle necessità del nostro pio sodalizio che, col Suo aiuto,
ha potuto salvare dalla distruzione un immobile di grande valore
artistico e carico di storia religiosa e caritativa.
I
Confratelli si riconoscono nelle parole pronunciate da S. Em.za il
card. Giuseppe Betori all’annuncio della morte di don Fabrizio
diffuse dalla stampa e nella sua omelia alta e solenne che con
attenzione è stata seguita durante la S. Messa esequiale nella
Basilica di S. Lorenzo gremita sino all’inverosimile.
Sono
state apprezzate anche le parole dei giornalisti che ne hanno
tratteggiato la figura di sacerdote devoto e di alta cultura, ed il
ricordo da parte di don Jacopozzi che ha illustrato l’animo del
defunto sulla base delle sue predilezioni artistiche.
Buono,
docile verso i superiori, di carattere mite ed affettuoso, mi onorava
della Sua amicizia e della Sua fiducia. Non ho mai intravisto in Lui
l’orgoglio sottolineato, sulle pagine della “Nazione” da
Giovanni Pallanti, nel suo pur pregevole articolo.
Fermo
nella Verità sì, incapace di compromessi sì, orgoglioso proprio
no. La sua umiltà e la sua infinita disposizione al perdono si è
palesata in occasione degli attacchi velenosi e vili che hanno
cercato di infangarne la figura di uomo e sacerdote persino alla
vigilia della morte con scritti anonimi diffusi in tutta la realtà
diocesana. Orgoglio? No, mai ha risposto ai vigliacchi anonimi, se
non col perdono.
In
un momento di confidenziale colloquio, quando gli chiesi perché non
riservasse agl’infami calunniatori, qualche meritata bastonata,
scuotendo il capo mi rispose: “Dante, bisogna saper rendere sempre
il bene per il male ricevuto”. E ben sapeva da quali ambienti
provenissero gli attacchi.
Una
grande lezione per me. La Confraternita pregherà non solo perché
Dio accolga subito in cielo l’anima di don Fabrizio, ma anche per
la conversione ed il pentimento dei suoi denigratori.
La
S. Messa di Domenica 19 p.v. sarà celebrata in suffragio dell’anima
di questo illustre Confratello.
Il Governatore
Dante Pastorelli
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