Due altre vittorie della Tradizione in Toscana e due nuovi centri stabili di Messa: Arezzo e Lucca
Nella foto: Chiesa dei Cappuccini, Monte San Quirico (Lucca)
Chi – fra fedeli, sacerdoti e
vescovi – conosce il Coordinamento toscano “Benedetto XVI”, ha potuto
constatare che la vena polemica non ci contraddistingue. Il Coordinamento, fin
dalla sua costituzione, ha mirato infatti a lavorare sodo sul territorio per
ottenere il risultato di organizzare i gruppi di fedeli e attivare celebrazioni
a norma delle disposizioni canoniche dettate dal Motuproprio Summorum Pontificum del 2007. Non che in questi sette
anni di esistenza operosa nella nostra regione non si siano trovati ostacoli,
talora pretestuosi, talaltra infondati o capziosi, ma gli organi del
Coordinamento e i gruppi in esso federati hanno volontariamente evitato ogni fragorosa
e mediatica polemica, specialmente con gli Ordinari diocesani con i quali si è
avuto a che fare.
Alcuni Ordinari hanno mostrato
benevolenza, altri hanno applicato con correttezza le norme pontificie, pochi
infine hanno tenuto una condotta “ostruzionistica”. Notorio è il caso di
Arezzo, sul quale qui però non vogliamo insistere, anche perché grazie alla
caparbietà dell’Associazione Regina
Sacratissimi Rosarii e all’aiuto della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, oltre che più modestamente
al nostro aiuto, il gruppo è riuscito a far officiare tre celebrazioni nella
Parrocchia di S. Bernardo
(http://coordinamentotoscano.blogspot.it/2015/03/arezzo-il-resoconto-della-visita-di.html http://coordinamentotoscano.blogspot.it/2015/04/arezzo-s-messa-in-rito-antico-domenica.html),
che da settembre ospiterà nuovamente la S. Messa con i libri liturgici del 1962 ogni terza domenica del mese (a cura dell'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote), come più avanti annunceremo con maggior dettaglio.
che da settembre ospiterà nuovamente la S. Messa con i libri liturgici del 1962 ogni terza domenica del mese (a cura dell'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote), come più avanti annunceremo con maggior dettaglio.
Più problematico e irto di
ostacoli è stato l’itinerario del Comitato Lucio III di Lucca, fondato grazie all’intervento
del Coordinamento nel febbraio 2012
(http://coordinamentotoscano.blogspot.it/2012/02/notizie-da-lucca-costituzione-di-un.html).
Non scenderemo troppo in
particolari, ma non possiamo tacere che solo la fede, la pazienza, la tenacia e
l’organizzazione del gruppo lucchese, unite al sostegno del Coordinamento e all’interessamento
della Commissione Ecclesia Dei, hanno
potuto fruttare il buon esito. Dobbiamo darne conto, anche per fornire a tutte
le associazioni di laici italiane un chiaro esempio di come sia possibile
giungere a risultati concreti, nonostante ostacoli e barriere apparentemente
insormontabili. Come suggerito dal Coordinamento, il coetus si dette una struttura giuridica e uno statuto contenente le
proprie finalità, fece tutti i passi opportuni per presentarsi e chiedere la
benedizione del proprio vescovo, mons. Benvenuto Italo Castellani, al quale assicurò
la propria volontà di agire con deferenza e filiale obbedienza, pur restando
saldamente convinto della legittimità delle proprie aspirazioni. Dopo alcuni
colloqui piuttosto “interlocutori”, non reperendo un sacerdote che celebrasse i Sacri misteri nella forma tradizionale, seguendo le
prescrizioni contenute nel motu proprio
Summorum Pontificum (art. 7), il comitato
chiese allora la designazione da parte dell’Ordinario. La mancata risposta non
indusse il coetus a un cedimento, ma
al contrario lo spinse a intensificare la preghiera, con appuntamenti a cadenza
fissa, dedicati alla recita del Rosario.
Dopo aver ribadito la richiesta
di un celebrante, con lettera del primo aprile 2015, l’arcivescovo,
ringraziando per le «cortesi parole» e la «deferenza» mostrata nei suoi
riguardi, esortava il comitato a ritrovarsi non solo per il Rosario, «ma anche
per l’Ufficio divino come per altre pie pratiche», mentre per la Messa, dato
che «con una certa frequenza» il gruppo partecipava a «altri incontri comuni
con altri gruppi ai quali siete collegati», la risposta era negativa. Il
presule additava al più la possibilità di assistere alla celebrazione
dell’ultima domenica del mese a Viareggio (distante circa 30 km da Lucca), che
peraltro, a causa della difficoltà di reperimento di un sacerdote, spesso era
cancellata. Mons. Castellani si diceva «certo della religiosa accoglienza di
queste indicazioni del vostro Vescovo», che pure apparivano un modo mascherato
per disapplicare il motuproprio.
Per niente scoraggiato, il
comitato lucchese inviava, nel termine dei quindici giorni previsti dal Codice
di diritto canonico, una lettera con la quale reiterava fermamente l’istanza di
fissazione di una celebrazione festiva stabile secondo l’edizione tipica del
Messale del 1962. In questa missiva, veniva avanzata una richiesta di modifica
del decreto arcivescovile e, nell’ipotesi malaugurata del mancato accoglimento
o di silenzio qualificato ex cann. 57 e 1735, si prospettava ricorso all’autorità
superiore, ossia la Pontificia Commissione Ecclesia
Dei.
In data 15 maggio giungeva
risposta dell’Arcivescovo, con la quale pur qualificando l’atteggiamento dei
nostri amici lucchesi come una «lucida ed esemplare testimonianza di comunione
ecclesiale» (espressione sulla quale preferiamo soprassedere, ma che ognuno
potrà valutare autonomamente, anche in relazione a quanto esposto sopra),
decretava l’attivazione di una «celebrazione della Santa Messa domenicale
nell’Usus antiquior» con luogo e orario seguenti: «ore 7,30 Chiesa dei Padri
Cappuccini», presso Monte San Quirico, alle porte di Lucca. L’incaricato è uno
dei Padri Cappuccini, ma qualora a questi non sia possibile assicurare la S.
Messa, su preavviso, si potrà trovare un altro presbitero idoneo. La prima Santa Messa sarà officiata domenica 6 settembre, alle ore
7.30, presso la Chiesa dei Cappuccini di Monte S. Quirico, in via della Chiesa,
87.
Certo, nessuno si nasconde che
l’orario della celebrazione sia alquanto penalizzante – cosa che può dar vita a
interrogativi circa le reali intenzioni di Sua Eccellenza – e che non sarà
compito facile per i nostri amici quello di allargare il gruppo e creare un centro
di apostolato basato su una sana liturgia, accompagnata da una sana dottrina.
Eppure, vogliamo ringraziare la Provvidenza che, attraverso meccanismi che a
noi non ci sono del tutto chiari, ha voluto premiare gli sforzi di quanti con
sincerità cercano di vivere la fede cattolica in modo coerente e integrale. E,
nell’osservare le buone intenzioni del sacerdote incaricato, confidiamo anche
che la stessa Provvidenza possa sorreggere l’associazione lucchese e tutti i
fedeli che desiderano la S. Messa e i sacramenti nel rito antico, al fine di
ottenere condizioni sempre migliori. E vogliamo infine pensare che il
Coordinamento toscano sia stato in queste vicende di Lucca e Arezzo, con il
sostegno morale, giuridico e logistico dei gruppi, uno dei tanti piccoli
strumenti di cui il Signore Iddio si è avvalso per riportare alla luce una
liturgia in cui Egli è il centro e il fine.
" Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra?" sta scritto...mi riferisco al Vescovo Castellani. Certo il pane è arrivato dopo che i figli hanno chiesto, richiesto e chiesto ancora; sarà un pane buono anche se il padre -forse lo ha fatto indurire per renderlo più simile ad una pietra. Tuttavia il caso è esemplare: se tu hai il ruolo di padre (e lo sarai bene o male) non puoi esimerti di fare quello che il padre deve fare. Pur obtorto collo il Castellani ha fatto il vescovo ed ha obbedito alla volontà del Santo Padre. Un grazie particolare al Coordinamento Toscano che non fa spamming e non presidia ossessivamente il web con iniziative che son specchietti per le allodole, ma va concretamente a svolgere il suo compito.
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