Blog del Coordinamento Toscano Benedetto XVI per l'applicazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum"
domenica 26 dicembre 2010
AVVISI DA PISA
Livorno: il programma dal 27 dicembre al 2 gennaio
Lunedì 27 dic., S. Giovanni Apost.: Villa Sacro Cuore, S. Messa alle ore 18.30
Martedì 28 dic., SS. Innocenti: Villa Sacro Cuore, S. Messa alle ore 18.30
Mercoledì 29 dic., Ottava della Natività: Villa Sacro Cuore, S. Messa alle ore 8.30
Villa Sacro Cuore, ore 21.00, Corso di Canto Gregoriano, accessibile a tutti quelli che vogliono studiare il canto liturgico per eccellenza.
Giovedì 30 dic., Ottava della Natività: Villa Sacro Cuore, S. Messa alle ore 18.30; Villa Sacro Cuore, ore 17.15 catechismo.
Venerdì 31 dic., Ottava della Natività: Villa Sacro Cuore, S. Messa alle ore 18.30, Benedizione del Santissimo, canto del Te Deum in azione di grazia per l’anno passato (indulgenza plenaria).
Sabato 1° gennaio, Ottava della Natività, giorno di precetto, indulgenza plenaria: Chiesa di San Ferdinando Re, S. Messa alle ore 9.30.
DOMENICA 2 gennaio, SANTISSIMO NOME di GESU’: Chiesa di San Ferdinando Re (Q.re Venezia Nuova) S.MESSA FESTIVA, ore 9.30.
giovedì 23 dicembre 2010
AVVISO DA AREZZO (integrazione)

mercoledì 22 dicembre 2010
Natale a Livorno
martedì 21 dicembre 2010
Avviso da Arezzo
Cortona, Chiesa di S. Marco, via Maffei, sabato 1 gennaio 2011, ore 17
lunedì 20 dicembre 2010
Firenze: Programma natalizio alla chiesa di S. Francesco Poverino
domenica 19 dicembre 2010
Programma di Natale a Pistoia

Notte di Natale, Venerdì 24 Dicembre 2010 ore 21.00
Sabato 1 Gennaio 2011 ore 18.30 (Circoncisione del Signore, in Octava Nativitatis Domini)
Mercoledì 5 Gennaio 2011 ore 18.30 (Epifania di Nostro Signore)
Avvisi da Pisa: S. Messa di Natale

sabato 18 dicembre 2010
Livorno: variazione straordinaria di orario
venerdì 17 dicembre 2010
Programma delle feste di Natale alla Magione
Da Mercoledì 15 a Giovedì 23 Dicembre: Ore 21,30 – 22,00: Chiesa della Magione di Poggibonsi: solenne Novena in preparazione al S. Natale.
Venerdì 24 Dicembre: Vigilia del S. Natale: Ore 22,00: S. Messa solenne della Natività del Signore nella Chiesa della Magione. Celebrata dal M. Rev.do Don Almiro De Andrade, Officiale della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” (Indulgenza Plenaria).
Dopo la S. Messa: Festa di Natale con cioccolato caldo e panettone e scambio dei regali tra i ragazzi e le ragazze del Gruppo Scout.
Nel tardo pomeriggio il Sacerdote è disponibile per le confessioni.
Sabato 25 Dicembre: Natale di N.S.G.C. Ore 10,00: Chiesa della Magione: S. Messa solenne di Natale celebrata da Don Almiro De Andrade.
Il Sacerdote è disponibile per le confessioni.
Lunedì 27 Dicembre: Solennità di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, Patrono principale della Milizia del Tempio e Titolare della Chiesa Magistrale “San Giovanni in Jerusalem”alla Magione di Poggibonsi: Ore 18,00: S. Messa solenne celebrata dal M. Rev.do Don Franco Pagano, Pro-Rettore del Seminario Vescovile di Sarzana (La Spezia). (Indulgenza Plenaria). Benedizione del vino nuovo.
Venerdì 31 Dicembre: Ore 17,00: Canto del Te Deum nella Chiesa della Magione.
Domenica 19 e Domenica 26 Dicembre: Ore 9,30 S. Messa nella Chiesa della Magione di Poggibonsi e alle ore 17 nella Chiesa di San Donato a Siena.
Tutte le S. Messe alla Magione di Poggibonsi e a S. Donato a Siena saranno in rito tridentino.
domenica 12 dicembre 2010
Livorno: calendario delle attività settimanali (13-19 dicembre)
Martedì 14 dicembre - Villa Sacro Cuore (Via Numa Campi, 9)
Mercoledì 15 dicembre -Villa Sacro Cuore (Via Numa Campi, 9)
Ore 7,00: Lodi; ore 7,30: S. Messa
Ore 21,00: Corso di Canto Gregoriano, accessibile a tutti quelli che vogliono studiare il canto liturgico per eccellenza (non si richiedono conoscenze musicali pregresse)
Giovedì 16 dicembre - Villa Sacro Cuore (Via Numa Campi, 9)
Ore 18,30: S. Messa
Ore 19,45: CENA APERTA A TUTTI (ognuno porta qualcosa da mettere in comune con gli altri; per organizzarci su quali piatti preparare contattateci, meglio se telefonicamente 328/8280008 o 339/8217809)
Ore 21,10: Conferenza Spirituale (anche per chi volesse raggiungerci dopo cena)
Venerdì 17 dicembre - Villa Sacro Cuore (Via Numa Campi, 9)
Ore 15,30: Catechismo: preparazione Prima Comunione e Catechismo Maggiore per i ragazzi che hanno già fatto la Prima Comunione. Per cominciare la lezione in orario, per favore arrivare un po' prima delle 15.30.
Dalle ore 18 alle ore 20 il sacerdorte sarà disponibile per le Confessioni.
Sabato 18 dicembre - Villa Sacro Cuore (Via Numa Campi, 9)
Ore 11,30: S. Messa
DOMENICA 19 DICEMBRE - Chiesa di S. Ferdinando (detta Crocetta)
sabato 4 dicembre 2010
AVVISO da PISA - S. MESSA per l'Immacolata Concezione
AVVISO DA CORTONA - MESSA DOMENICA 5 DICEMBRE
SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE
GRAZIE AL CALCINAIO
Loc. Calcinaio - Cortona
DOMENICA 5 DICEMBRE 2010
--- II domenica di Avvento ---
Ore 11.00
SANTA MESSA TRADIZIONALE
SECONDO LA FORMA EXTRAORDINARIA DI SAN PIO V
(Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum)
BOETTCHER, biblista del Vaticano e accompagnato dal
Coro di Santa Maria del Monte Fumaiol
A cura dell’associazione
Regina Sacratissimi Rosarii
Tel. 3405744763
venerdì 3 dicembre 2010
Livorno: Ss. Messe feriali nella prima settimana di Avvento
- Venerdì 3 dicembre (primo venerdì del mese): ore 18,30.
- Sabato 4 dicembre (primo sabato del mese): ore 11,30.
N.B. Nel caso in cui il cancello della Villa sia chiuso, suonare il campanello.
sabato 27 novembre 2010
Ritiro spirituale d'Avvento

Convento di Ognissanti dei Padri Francescani dell'Immacolata
Borgo Ognissanti, 42 - Firenze
RITIRO SPIRITUALE D'AVVENTO
DEL COORDINAMENTO TOSCANO «BENEDETTO XVI»
Esso avrà luogo il 4 dicembre 2010 presso il Convento di Ognissanti a Firenze (Borgo Ognissanti, 42) e sarà predicato dai Padri Francescani dell'Immacolata.
PROGRAMMA
Ore 12 - S. Messa in rito romano antico.
Ore 13 - Pranzo (al sacco). Tempo libero per approfondimento personale.
Ore 14,30 - Conferenza spirituale e riflessioni condivise.
Ore 16,00 - Adorazione e Benedizione Eucaristica.
Ore 16,30 - Congedo dei partecipanti.
Per informazioni e adesioni: coordinamentotoscano@hotmail.it
giovedì 25 novembre 2010
3 dicembre: Conferenza sull'Anticristo a Livorno

ASSOCIAZIONE «CRISTO RE» LIVORNO
Venerdì 3 dicembre - Ore 21,00
Parrocchia di S. Rosa - Via Machiavelli, 32
LIVORNO
CONFERENZA PUBBLICA SUL TEMA
L'ANTICRISTO
E LA FINE DI UN'EPOCA
Profilo dimenticato di una figura
e di un evento escatologico
alla luce della Scrittura e delle apparizioni mariane:
elementi di riflessione per il nostro tempo
di
P. Serafino Tognetti
della Comunità dei Figli di Dio (Don Divo Barsotti),
curatore di una rubrica di spiritualità di Radio Maria
Livorno: cambia luogo ed orario
Si comunica che, da domenica 28 novembre, nella diocesi di Livorno la S. Messa festiva in rito romano antico sarà celebrata tutte le domeniche e le feste di precetto, alle ore 9,30 presso la Chiesa parrocchiale di S. Ferdinando (detta Crocetta), piazza Anita Garibaldi, 1 (adiacente a Piazza del Luogo Pio).
Contestualmente cesserà la celebrazione prefestiva che finora aveva luogo il sabato pomeriggio al Santuario di Montenero.
Si ricorda, inoltre, che presso la Villa del Sacro Cuore (Via Numa Campi, 9) la S. Messa in rito antico viene celebrata ogni giorno, secondo gli orari pubblicati di settimana in settimana sul sito del Coordinamento. Qualora il cancello della Villa fosse chiuso, suonare il campanello.
Per informazioni: cristore.livorno@hotmail.it
mercoledì 24 novembre 2010
Livorno: Ss. Messe feriali dal 24 al 27 novembre
- Mercoledì 24 novembre: ore 18,30.
- Giovedì 25 novembre: ore 7,30.
- Venerdì 26 novembre: ore 7,30.
- Sabato 27 novembre: ore 7,30: Santa Messa; ore 16-18: confessioni; ore 18,00: Vespro, Rosario meditato, Litanie della Madonna (fino alle 19,30).
N.B. Nel caso in cui il cancello della Villa sia chiuso, suonare il campanello.
mercoledì 17 novembre 2010
22 novembre: Festa del Coordinamento a Prato

«BENEDETTO XVI»
NEL 2° ANNIVERSARIO DELLA SUA FONDAZIONE
22 novembre 2010
Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo
Via Silvestri, 21 - PRATO
Programma
Ore 20,30 - Cena a buffet, aperta a tutti, nei locali della parrocchia (si prega di comunicare in anticipo la propria presenza scrivendo a: coordinamentotoscano@hotmail.it). Seguirà un breve intrattenimento musicale a cura del gruppo Aptatur Musicha.
lunedì 15 novembre 2010
Livorno: Ss. Messe feriali dal 15 al 19 novembre
- Martedì 16 novembre: ore 18,30.
- Mercoledì 17 novembre: ore 7,30.
- Giovedì 18 novembre: ore 18,30.
- Venerdì 19 novembre: ore 7,30.
Sabato 20 novembre la S. Messa delle ore 18,00, valida per il precetto festivo, sarà regolarmente celebrata presso il Santuario di Montenero.
N.B. Nel caso in cui il cancello della Villa sia chiuso, suonare il campanello.
mercoledì 10 novembre 2010
AVVISO DA CORTONA
martedì 9 novembre 2010
Livorno: anticipato l'orario della Messa
sabato 30 ottobre 2010
AVVISI DA PISA
Celebrazioni in rito antico a Poggibonsi e Siena per Cristo Re, Santi e defunti
le Messe tridentine per la festa di Cristo Re,
di Tutti i Santi e la Commemorazione dei Defunti
Domenica 31 Ottobre, solennità di Cristo Re, S.E. Mons. Juan Rodolfo Laise, Vescovo emerito di San Luis (Argentina), alle ore 9,30 celebrerà una solenne S. Messa nella Chiesa della Magione di Poggibonsi.
Dopo la Santa Messa una processione si dirigerà dalla Chiesa della Magione fino al ponte sullo Staggia: da lì Mons. Laise traccerà quattro benedizioni ai quattro punti cardinali con la Reliquia della Santa Croce recitando gli “incipit” dei quattro Vangeli: è la benedizione contro le inondazioni impartita per la prima volta dal Cardinale Silvio Oddi per la festa di Cristo Re del 1994, dopo le terribili alluvioni del 1992 (1 metro e 80 di acqua e fango) e del 1993 (tre metri), con disastrose conseguenze per il patrimonio storico-artistico, rappresentato dal Castello della Magione, e per la perdita di preziose testimonianze d’arte e di arredo anche religioso e di importanti documenti.
Nel pomeriggio alle ore 17,00 S.E. Mons. Laise celebrerà la S. Messa della festa di Cristo Re nella Chiesa di San Donato a Siena.
Lunedì 1° Novembre, solennità di Tutti i Santi, Mons. Laise celebrerà la S. Messa solenne nella Chiesa della Magione alle ore 9,30 e alle ore 17,00 nella Chiesa di S. Donato a Siena.
La sera del 1° Novembre, alle ore 21,15, i Maestri Alessio Cervelli e Mario Spinelli terranno un concerto d’organo nella Chiesa della Magione di Poggibonsi in onore di S.E. Mons. Laise, ospite della Milizia del Tempio nel Castello della Magione.
Martedì 2 Novembre, Commemorazione dei Fedeli Defunti, il Vescovo Mons. Laise celebrerà una solenne Messa di Requiem alle ore 17,00 nella Chiesa di S. Donato a Siena e alle ore 19,00 nella Chiesa della Magione a Poggibonsi.
Tutte le S. Messe nella Chiesa della Magione di Poggibonsi e di San Donato a Siena saranno celebrate nella forma straordinaria del rito romano (tridentino) da Mons. Laise il quale celebrerà nella Chiesa della Magione anche le Messe feriali di Mercoledì 27, Giovedì 28 e Venerdì 29 Ottobre alle ore 19,00 e di Sabato 30 Ottobre alle ore 18,00.
Dal 1° all’8 Novembre Il Sommo Pontefice concede l’Indulgenza Plenaria, applicabile solo per i Defunti, ai Fedeli Cattolici che visiteranno un Cimitero pregando, anche solo mentalmente, per i Defunti (Enchiridion Indulgentiarum).
martedì 26 ottobre 2010
Grande partecipazione alla prima S. Messa a Pistoia

Il 23 ottobre 2010, nella bellissima chiesa del Carmine a Pistoia, il can. don Umberto Pineschi, parroco della parrocchia dello Spirito Santo, ha celebrato la Santa Messa in rito antico, secondo il Messale del 1962, con una grande e inaspettata partecipazione di fedeli. Il rito è stato accompagnato dall’organo e dal canto gregoriano. La Messa tradizionale si terrà ogni sabato alle ore 18.30. L’Associazione Madonna dell’Umiltà ringrazia il Vescovo S.E. Rev.ma Mansueto Bianchi, don Umberto Pineschi e tutti i fedeli che hanno partecipato e che vorranno continuare a pregare con la liturgia tradizionale.
domenica 24 ottobre 2010
La festa di Cristo Re nella storia, nella liturgia, nella teologia

1. Uno spostamento apparentemente irrilevante.
Col motu proprio Summorum Pontificum il Papa Benedetto XVI ha definitivamente chiarito che il Messale romano tradizionale, detto di S. Pio V, non è mai stato abolito e che pertanto qualunque sacerdote può utilizzarlo nella sua integralità. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei, in una risposta del 20 ottobre 2008, ha ribadito che "l'uso legittimo dei libri liturgici in vigore nel 1962 comprende il diritto di usare il calendario proprio dei medesimi libri liturgici". Com'è noto, nel calendario universale del rito romano antico la festa di Cristo Re è assegnata all'ultima domenica di ottobre, mentre il Messale romano riformato, approvato da Paolo VI nel 1969, la colloca all'ultima domenica dell'anno liturgico.
Non mancano coloro che, in nome di una maggiore uniformità tra le "due forme dell'unico rito romano", insistono per una revisione del calendario che garantisca per lo meno la coincidenza delle feste maggiori (revisione che de facto è stata già compiuta per il rito ambrosiano antico, non però de iure, visto che le norme del diritto richiedono per qualunque modifica liturgica, anche relativa a riti diversi dal romano, l'espressa approvazione della Santa Sede). I più, tuttavia, considerano questo spostamento della festa di Cristo Re come irrilevante: dopo tutto, la ricorrenza è rimasta, anche se leggermente modificata nel titolo (non più "Cristo Re" simpliciter, ma "Cristo Re dell'universo"), e il fatto che sia assegnata ad una data piuttosto che ad un'altra non ne altera la sostanza. Alcuni, sebbene legati al rito antico, giungono a preferire la scelta del nuovo calendario: la festa della regalità di Cristo, infatti, costituisce il perfetto coronamento dell'anno liturgico, mentre non si vede il motivo di collocarla in una posizione apparentemente priva di significato come la fine del mese di ottobre.
Di fronte a tanta variabilità di opinioni, cercheremo, in questo articolo, di ricostruire la genesi storica della festa di Cristo Re, di delinearne - per quanto ci è possibile, in qualità di non specialisti - la portata teologica, e infine di dimostrare perché, a nostro avviso, lo spostamento in questione è tutt'altro che irrilevante.
2. Istituzione della festa.
La festa di Cristo Re fu istituita da Pio XI l'11 dicembre 1925 mediante l'enciclica Quas primas. Si trattava di una festa del tutto nuova, priva - al contrario di altre feste, per esempio quella del Sacro Cuore - di precedenti nei calendari locali o religiosi. D'altronde, se nuova era la festa, non nuova era l'idea della regalità attribuita alla figura di Cristo, che non soltanto la Scrittura, i Padri e i teologi, ma anche l'arte sacra e il senso comune dei fedeli concordemente affermano. Perché il Papa abbia avvertito il bisogno di istituire una ricorrenza specifica dedicata a questo mistero, risulta chiaro dal testo della stessa enciclica: "Se comandiamo che Cristo Re venga venerato da tutti i cattolici del mondo, con ciò Noi provvederemo alle necessità dei tempi presenti, apportando un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l'umana società".
Quale peste? Quella - risponde il Papa nel paragrafo successivo - del laicismo: "La peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Infatti si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto — che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo — di ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità. E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false e indecorosamente abbassata al livello di queste; quindi la si sottomise al potere civile e fu lasciata quasi all'arbitrio dei principi e dei magistrati. Si andò più innanzi ancora: vi furono di quelli che pensarono di sostituire alla religione di Cristo un certo sentimento religioso naturale. Né mancarono Stati i quali opinarono di poter fare a meno di Dio, riposero la loro religione nell'irreligione e nel disprezzo di Dio stesso".
Quindi, se il fine generico della festa - nelle intenzioni del Pontefice - era quello di divulgare nel popolo cristiano "la cognizione della regale dignità di nostro Signore" (regalità in senso lato), il fine specifico era quello di porre l'accento proprio su quella specificazione della regalità che il laicismo nega, vale a dire la regalità sociale. Che sia questo l'autentica ratio della festa, emerge non soltanto dal contenuto dell'enciclica, ma anche da una semplice constatazione di carattere liturgico: tutte le feste, infatti, celebrano - direttamente o indirettamente - la regalità, genericamente intesa, di nostro Signore; ma non esisteva, fino al 1925, alcuna ricorrenza espressamente dedicata al suo regno sulle società di questo mondo.
Tale conclusione è confermata dall'indole dei testi liturgici della festa, promulgati dalla S. Congregazione dei Riti il 12 dicembre dello stesso anno.
Nel Breviario, l'inno dei Vespri afferma: "Te nationum praesides / Honore tollant publico, / Colant magistri, iudices, / Leges et artes exprimant. // Submissa regum fulgeant / Tibi dicata insignia: / Mitique sceptro patriam / Domosque subde civium" (traduzione nostra: "Te i governanti delle nazioni esaltino con pubblici onori, te onorino i maestri, i giudici, te esprimano le leggi e le arti. Risplendano, a te dedicate e sottomesse, le insegne dei re: sottometti al tuo mite scettro la patria e le dimore dei cittadini").
Nell'inno del Mattutino si legge: "Cui iure sceptrum gentium / Pater supremum credidit" ("A te [Redentore] il Padre ha consegnato, per diritto, lo scettro dei popoli"). E ancora: "Iesu, tibi sit gloria, qui sceptra mundi temperas" ("A te, o Gesù, sia gloria, che regoli gli scettri [= le autorità] del mondo").
Stessi concetti ribaditi dall'inno delle Lodi: "O ter beata civitas / Cui rite Christus imperat, / Quae iussa pergit exsequi / Edicta mundo caelitus!" ("O tre volte beata la società, cui Cristo legittimamente comanda, che esegue gli ordini che il cielo ha impartito al mondo!").
Così pure nell'orazione, dove Cristo viene definito "universorum Rege" (non Re di un generico e imprecisato universo, come afferma la nuova liturgia nelle traduzioni volgari, ma Re di tutti, ossia di tutti gli uomini), si dice che il Padre ha voluto in lui instaurare ogni cosa (ivi compreso l'ordinamento sociale), e si auspica che "cunctae familiae gentium" (diremmo, in linguaggio moderno, "ogni società umana") si sottomettano al suo soavissimo impero.
Dei testi della Messa, ci limiteremo a ricordare le letture scritturistiche. Nell'epistola, S. Paolo insegna l'assoluta e completa dipendenza di ogni cosa, nessuna esclusa, da Cristo "in omnibus primatum tenens" (Col. 1, 18). Dal vangelo, poi, apprendiamo che il regno del Signore dev'essere inteso non solo in senso trascendente (regalità spirituale) ma anche immanente (regalità temporale o sociale). Quando infatti Pilato pone a Gesù la fondamentale domanda: "Ergo rex es tu?" si riferisce senza dubbio al concetto di regalità che egli, come romano e come pagano, possedeva, vale a dire al regno su questo mondo.
3. Regalità spirituale e regalità temporale.
Né deve trarre in inganno il fatto che Gesù risponda che il suo regno non è di questo mondo. Si noti, anzitutto, la scelta dei termini: il regno non è "di questo mondo", ossia non è secondo le modalità dei regni terreni, come Gesù stesso precisa nello stesso passo: "Se il mio regno fosse di questo mondo, le mie guardie avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei: ma il mio regno non è di questo mondo", e come la Chiesa ha sempre interpretato. Ma ciò non significa che che non sia un regno su questo mondo. È ancora Gesù che, poco dopo, lo specifica: "Tu lo dici: io sono re. Io per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è per la verità, ascolta la mia voce" (Gv. 18, 33-37). La differenza, quindi, sta nel modo, non nell'oggetto. Gesù dichiara di essere venuto nel mondo per regnare su di esso, non però al modo dei monarchi terreni, che regnano per autorità delegata, direttamente e valendosi (in modo legittimo) della forza, ma al modo del Monarca eterno ed universale, che regna per autorità propria, indirettamente e pacificamente ("Rex pacificus vocabitur", come ricorda la prima antifona dei Vespri, tratta da Isaia). "L'origine di questa regalità è celeste e spirituale, anche sei poteri regali sono esercitati nel mondo" (S. Garofalo, Commento al Vangelo di Giovanni, in La Sacra Bibbia tradotta dai testi originali e commentata, Torino, Marietti, 1960, vol. III, p. 273).
Lo scopo della festa, vale a dire la celebrazione della regalità sociale di Cristo, ne illumina anche la collocazione nel calendario. Esistono diversi motivi per cui essa fu assegnata all'ultima domenica di ottobre. Il primo e più importante è quello delineato dal Papa nell'enciclica: "Ci sembrò poi più d’ogni altra opportuna a questa celebrazione l’ultima domenica del mese di ottobre, nella quale si chiude quasi l’anno liturgico, così infatti avverrà che i misteri della vita di Gesù Cristo, commemorati nel corso dell’anno, terminino e quasi ricevano coronamento da questa solennità di Cristo Re, e prima che si celebri e si esalti la gloria di Colui che trionfa in tutti i Santi e in tutti gli eletti". In altre parole, la festa di tutti i Santi, che regnano per partecipazione, viene fatta precedere dalla festa di Cristo, che regna per diritto proprio. La ricorrenza della regalità di Cristo, inoltre, costituisce il coronamento di tutto l'anno liturgico, e pertanto viene posta verso la sua fine. È lecito domandarsi: perché non proprio alla fine? Probabilmente - è l'unica spiegazione veramente plausibile - per non confondere la regalità escatologica (di ordine spirituale), che la liturgia tradizionale ricorda nell'ultima domenica dell'anno liturgico mediante la pericope evangelica sulla fine del mondo, con la regalità sociale, che costituiva l'oggetto specifico della nuova festa. Vi è poi un altra ragione, non esplicitata nell'enciclica, ma ragionevolmente presumibile. Il mese ottobre era il mese dedicato alle missioni e nella sua penultima domenica si pregava specialmente per la propagazione della Fede tra i pagani. Quale modo migliore, per concluderlo, che ricordare il fine ultimo delle missioni, vale a dire il regno sociale di Cristo su tutti i popoli?
L'intenzione del Pontefice espressa nell'enciclica, l'indole dei testi liturgici, la collocazione originaria della festa: tutti questi elementi consentono di concludere in modo sicuro che la ricorrenza di Cristo Re fu istituita al preciso scopo di ricordare la regalità sociale di nostro Signore e di costituire così un efficace antidoto al laicismo dilagante. Occorre, a questo punto, vedere che cosa si intenda per "regalita sociale di Cristo". Cercheremo di farlo senza esorbitare dai limiti di una trattazione che non è e non intende essere specialistica.
Il fondamento dogmatico della regalità di Cristo genericamente intesa è l'unione ipostatica, "per mezzo della quale la natura assunta dagli uomini è unita alla seconda Persona della SS. Trinità: per tale ragione, dunque, Egli non solo è stato costituito Mediatore dal primo momento della sua Incarnazione, ma è anche divenuto, per questo ammirabile avvenimento, Re di tutta la creazione, in ragione della propria divinità" (P. Radó, Enchiridion liturgicum, Romae-Friburgi-Barcinone, 1961, vol. II, p. 1309). Lo afferma chiaramente il Papa nella citata enciclica: "In questo medesimo anno, con la centenaria ricorrenza del Concilio Niceno, commemorammo la difesa e la definizione del dogma della consustanzialità del Verbo incarnato col Padre, sulla quale si fonda l'impero sovrano del medesimo Cristo su tutti i popoli". L'origine della regalità di Cristo in quanto uomo - prosegue Pio XI - è duplice: egli infatti è re non solo per diritto (nativo) di natura, poiché la sua umanità appartiene alla Persona del Verbo divino, ma anche per diritto (acquisito) di conquista, "in forza della Redenzione", cioè per aver riscattato col suo Sangue il genere umano dal peccato. "Dal che segue che Cristo non solo deve essere adorato come Dio dagli Angeli e dagli uomini, ma anche che a Lui, come Uomo, debbono essi esser soggetti ed obbedire: cioè che per il solo fatto dell'unione ipostatica Cristo ebbe potestà su tutte le creature".
L'estensione del Regno del Verbo incarnato è universale, come universali sono la creazione e la redenzione donde esso promana. Perciò si estende indiscriminatamente a tutte le cose.
Quanto alla sua natura, poiché il mondo consta di realtà trascendenti e di realtà immanenti, è invalso l'uso di distinguere tra regalità spirituale e regalità temporale. Delle due, è la prima ad avere la preminenza, poiché il temporale è per sua natura ordinato allo spirituale. Si legge infatti nell'enciclica: "Che poi questo Regno sia principalmente spirituale e attinente alle cose spirituali, ce lo dimostrano i passi della sacra Bibbia sopra riferiti, e ce lo conferma Gesù Cristo stesso col suo modo di agire". Tuttavia - prosegue il Sommo Pontefice - "sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio". Ora, se la regalità temporale di Cristo, al pari di quella spirituale, si esercita su tutte le cose, essa riguarda non soltanto l'individuo (regalità individuale), ma anche l'insieme degli individui, vale a dire la società (regalità sociale). Ne consegue che le istituzioni sociali hanno nei confronti di Cristo gli stessi doveri dell'individuo singolarmente considerato: devono riconoscerlo, adorarlo e sottomettersi alla sua santa Legge. "Né v'è differenza fra gli individui e il consorzio domestico e civile, poiché gli uomini, uniti in società, non sono meno sotto la potestà di Cristo di quello che lo siano gli uomini singoli", precisa l'enciclica. Sarebbe dunque in errore chi pensasse che l'obbligo morale di aderire alla divina Rivelazione riguardi soltanto il singolo, mentre la società, nelle sue istituzioni, potrebbe e dovrebbe limitarsi al solo diritto naturale (o addirittura ai soli cosiddetti "diritti umani"). Di qui l'esortazione, rivolta dal Papa ai capi delle nazioni, "di prestare pubblica testimonianza di riverenza e di obbedienza all'impero di Cristo insieme coi loro popoli".
4. La "nuova" festa di Cristo Re dell'universo.
Uno dei capisaldi del pensiero moderno è la riduzione della religione alla sola dimensione privata, senza alcuna influenza diretta sulla vita pubblica. Si tratta del "laicismo" (che oggi molti preferiscono chiamare "laicità") di cui parla l'enciclica, già individuato e condannato dai Pontefici precedenti. La festa di Cristo Re - nelle intenzioni di Pio XI - doveva fungere da rimedio a questa pericolosa tendenza e ricordare al popolo cristiano che la regalità di Cristo si estende anche alle realtà temporali. Ci domandiamo: tali concetti emergono con la stessa chiarezza anche nella versione attuale, riformata nel 1969, della festa?
Procederemo, anche in questo caso, con l'analisi dei testi liturgici e della collocazione del calendario.
Nella Liturgia delle Ore, l'inno dei Vespri è lo stesso (Te saeculorum Principem), ma da esso sono state soppresse proprio quelle strofe, citate sopra in questo articolo, che parlano esplicitamente della regalità sociale ("Te nationum praesides..." e "Submissa regum fulgeant..."). Nella seconda strofa, inoltre, il riferimento al laicismo ("Scelesta turba clamitat: / Regnare Christum nolumus" = "La folla empia grida: Non vogliamo che Cristo regni") è stato rimpiazzato da una frase generica e indefinita ("Quem prona adorant agmina / hymnisque laudant cælitum" = "Ti adorano prone le schiere celesti e ti lodano con inni").
Completamente diverso l'inno dell'Ufficio delle Letture (il vecchio Mattutino), privo anch'esso di qualunque riferimento alla dimensione sociale e temporale del Regno di Cristo. Le letture tratte dall'enciclica Quas primas, che il Breviario antico assegnava al secondo Notturno, sono state rimpiazzate da un brano di Origene, di carattere marcatamente spirituale.
Così pure si cercherebbe invano un'allusione o un accenno alla necessità che Cristo regni sulla società civile nel nuovo inno delle Lodi mattutine.
La nuova orazione ricalca lo schema della vecchia, modificandone però completamente il senso. Non si domanda più che la società umana, disgregata dalla ferita del peccato, si sottometta al soavissimo impero di Cristo, ma che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, serva e lodi Dio senza fine. La regalità sociale e temporale dell'antica formula, resa necessaria dalla disgregazione del peccato, lascia il posto alla regalità individuale e spirituale della nuova, nella quale peraltro non vi è alcun accenno esplicito all'impero di Cristo. Inoltre, sebbene l'originale latino parli ancora di Cristo "universorum Rex", le versioni moderne hanno tradotto questa espressione con "Re dell'Universo" (cfr. inglese "King of the Universe", francese "Roi de l'Universe", spagnolo "Rey del Universo"), indebolmente ulteriormente la dimensione immanente, concreta, storica del suo Regno. Le stesse considerazioni valgono a proposito del nuovo titolo della festa ("Cristo Re dell'Universo") nei libri liturgici in lingua moderna.
La Messa si articola, come di consueto nel nuovo rito, in tre cicli scritturistici. Il primo (anno A) ha carattere eminentemente escatologico, è incentrata cioè sulla pienezza del regno spirituale di Cristo alla fine dei tempi e non contiene alcun cenno alla regalità sociale. Il secondo (anno B) prevede il vangelo del formulario tradizionale, ma nella seconda lettura l'epistola di S. Paolo è stata sostituita da un brano dell'Apocalisse che ribadisce la natura spirituale del Regno di Cristo. Il terzo (anno C) denota una situazione simile ma inversa: l'epistola è quella del formulario antico, mentre il vangelo parla del regno ultraterreno e spirituale che Gesù assicura al buon ladrone. Nel secondo e terzo ciclo scritturistico, quindi, la regalità sociale è presente, ma in misura meno esplicita, e diremmo quasi irriconoscibile, che nel formulario tradizionale.
Del tutto scomparso il testo dell'antico graduale, tratto dal salmo 71, che, alludendo al Messia, affermava: "Dominabitur a mari usque ad mare, et a flumine usque ad terminos orbis terrarum" (espressioni ebraiche che denotano l'interezza del mondo immanente). E ancora: "Et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei" (altro chiaro riferimento all'ossequio dei governanti e della società).
Lo spostamento della festa di Cristo Re verso una dimensione essenzialmente spirituale e trascendente è confermato dalla sua nuova posizione nel calendario. Essa non è più posta in riferimento ai Santi che regnano con Cristo e alle missioni che diffondono il suo regno temporale, ma si trova alla fine dell'anno liturgico, nella posizione che la liturgia romana assegna tradizionalmente al ricordo della fine del mondo e del giudizio universale. Il che, se da un lato spiega l'indole del ciclo scritturistico A, dall'altro rafforza l'idea che nella nuova liturgia il Regno di Cristo a cui si allude con la corrispondente festa non è primariamente, come intendeva Pio XI, quello sociale, storico, temporale, che del resto avrà fine con la sua venuta escatologica, ma piuttosto quello trascendente, spirituale, eterno, che troverà il suo perfetto compimento nella Parusia.
5. Conclusione.
Sulla base di tutti questi elementi, è possibile affermare che, nel nuovo rito, la festa di Cristo Re ha subito un sorprendente allontanamento dal significato voluto al momento della sua istituzione. E non ci sembra azzardato ravvisare, in questo, un certo influsso del pensiero moderno, penetrato negli ultimi decenni anche in ambiente ecclesiastico, che se da un lato accetta - come espressione del pluralismo - la regalità di Cristo sui singoli, dall'altro la rifiuta sulle istituzioni sociali.
C'è da auspicare, pertanto, che almeno nel rito antico alla festa di Cristo Re siano mantenuti, non soltanto il suo formulario, ma anche la sua collocazione originaria. Spostarla al termine dell'anno liturgico, infatti, ne accentuerebbe la dimensione escatologica a discapito di quella sociale, e finirebbe in qualche modo per alimentare la credenza, oggi assai diffusa anche nel mondo cattolico, secondo cui la società civile - intesa nel suo complesso e nelle sue istituzioni - avrebbe il diritto e persino il dovere di prescindere dal soavissimo giogo del Regno di Cristo. "Se invece gli uomini privatamente e in pubblico avranno riconosciuto la sovrana potestà di Cristo, necessariamente segnalati benefici di giusta libertà, di tranquilla disciplina e di pacifica concordia pervaderanno l'intero consorzio umano. La regale dignità di nostro Signore come rende in qualche modo sacra l'autorità umana dei principi e dei capi di Stato, così nobilita i doveri dei cittadini e la loro obbedienza" (Pio XI, enciclica Quas primas).
venerdì 22 ottobre 2010
Vaiano (Prato): S. Messa in rito romano antico domenica 7 novembre

(1594). Vaiano, Badia di San Salvatore, chiostro.
La Parrocchia di Vaiano, il Museo della Badia di Vaiano
e la Società Corale Corte Bandi
invitano alla
S. MESSA IN RITO ROMANO ANTICO
che sarà celebrata presso la
Badia di S. Salvatore a Vaiano (Prato)
domenica 7 novembre alle ore 11
in ricordo del miracolo del Crocifisso di Beirut.
mercoledì 20 ottobre 2010
Cortona: rosario dei cento requiem
RITIRO SPIRITUALE PER L'AVVENTO
Diamo comunicazione che sabato 4 dicembre 2010, presso il Convento di Ognissanti dei Padri Francescani dell'Immacolata (Borgo Ognissanti, 42 - Firenze) avrà luogo il RITIRO SPIRITUALE D'AVVENTO DEL COORDINAMENTO TOSCANO «BENEDETTO XVI».
Il ritiro spirituale è rivolto a tutti i fedeli che intendono approfondire la spiritualità legata all'antica tradizione liturgica romana. Esso sarà predicato dai Padri Francescani dell'Immacolata.
Maggiori dettagli sul programma della giornata saranno forniti nel mese di novembre.
venerdì 15 ottobre 2010
FESTA DEL COORDINAMENTO A PRATO
L'invito è esteso a tutti i fedeli interessati
giovedì 14 ottobre 2010
PRATO: QUARTO CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA DELLO SPIRITO SANTO
Questo il programma:
Ore 10,30 S. Messa solenne, nella forma straordinaria, con la partecipazione dei seminaristi dell'istituto Cristo Re di Gricigliano
Ore 17,00 Vespri solenni e benedizione eucaristica
Parrocchia dello Spirito santo via Silvestri, 21 (piazza del Collegio) 59100 Prato
Per informazioni, telefonare allo 0574-28137
lunedì 11 ottobre 2010
Avviso da Livorno
Ufficiale: S. Messa stabile a Pistoia dal 23 ottobre alla Chiesa del Carmine
domenica 10 ottobre 2010
Avviso da Prato
Per il mese di ottobre la S. Messa celebrata nella forma straordinaria nella Chiesa di Santa Cristina a Pimonte (Via della Chiesa di S. Cristina, 2 - PRATO) non sarà celebrata il 24 ottobre, come da precedente notizia, ma il 31 ottobre (festività di Cristo Re), alle ore 10
martedì 5 ottobre 2010
Pistoia: il successo di una strategia

la celebrazione regolare della S. Messa in rito antico
Esisteva a Pistoia un piccolo gruppo di fedeli non organizzato, che, pur avendo la possibilità di frequentare la Messa tradizionale a Prato, desiderava avviare una celebrazione regolare nella propria diocesi. Le prospettive non erano rosee: nessuno dei sacerdoti contattati sembrava disposto ad "accogliere benignamente", come dispone il motu proprio (art. 5, § 1), la loro richiesta. In questi casi, è facile lasciarsi abbattere dall'impressione che le difficoltà siano insormontabili e far cadere la cosa. Alcuni sono ancora convinti che, nonostante il provvedimento pontificio, l'effettiva concessione della liturgia tradizionale dipenda ancora dalla discrezione dei vescovi. Inoltre, la mancanza di esperienza, normale nei gruppi di recente formazione, fa sì che molti non sappiano come comportarsi di fronte ad un rifiuto. Per quanto possa apparire paradossale, sono questi, più che l'opposizione del clero (che esiste dovunque), i motivi per cui tante volte non si riesce ad ottenere la Messa in rito antico, anche quando i fedeli interessati non mancano.
I pistoiesi, tuttavia, non si sono lasciati scoraggiare. Si sono rivolti al Coordinamento Toscano "Benedetto XVI" e, grazie ad esso, hanno avuto modo di confrontarsi con gruppi di più consumata esperienza, per delineare una strategia di azione che consentisse loro di far valere i diritti garantiti dal motu proprio.
Per prima cosa, il direttivo del Coordinamento ha consigliato di indire una riunione a livello diocesano e di costituire un'associazione dotata di statuto e cariche. Non si trattava di una mera formalità o di una complicazione burocratica, ma di un mezzo che si era già sperimentato efficace (per esempio a Pisa) per presentarsi come realtà unitaria e coesa di fronte alle autorità ecclesiastiche. Il motu proprio, è vero, non la richiede, ma l'esperienza dimostra che in molti casi essa si rivela indispensabile.
Alla prima riunione, organizzata congiuntamente da alcuni fedeli pistoiesi e dal direttivo del Coordinamento, ha partecipato un numero di fedeli sorprendente, se si pensa che l'iniziativa era stata divulgata solo tramite il passaparola. Al termine, i presenti si sono accordati nel costituire un'associazione intitolata alla Madonna dell'Umiltà (cui a Pistoia è dedicata una celebre basilica) e nel designare due di loro come presidente e segretario. L'associazione ha immediatamente aderito al Coordinamento Toscano "Benedetto XVI". Poco tempo dopo, si è anche dotata di uno statuto che ne determinava la natura, le finalità, il funzionamento.
Espletata la fase "aggregativa", era possibile passare a quella "attiva". Il presidente e il segretario hanno inviato alla Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" un'informativa in cui si dava notizia della nuova associazione. Un'altra lettera veniva mandata poco dopo al vescovo diocesano per domandare udienza. Nella situazione attuale, è fondamentale che la Santa Sede sia informata della nascita di nuove associazioni finalizzate a promuovere il rito antico, ed è pure fondamentale che l'ordinario diocesano sappia che la Santa Sede è informata. In questo modo l'associazione, da un lato dimostra di agire con la massima trasparenza, e dall'altro previene, se mai ce ne fosse bisogno, i tentativi di insabbiamento della richiesta.
A proposito della richiesta: l'esperienza dimostra che è bene non includerla nella lettera in cui si dà notizia dell'associazione e si domanda udienza. Meglio avanzarla, a voce, nel corso dell'udienza stessa. Soltanto a fronte di un rifiuto o di una "concessione" (utilizziamo questo termine in modo puramente convenzionale, perché di fatto il vescovo non concede un privilegio, ma applica una legge) puramente nominale, che stenta a tradursi in pratica anche dopo qualche tempo, soltanto allora, dicevamo, è consigliabile presentare una richiesta scritta, inviandola anche "per conoscenza" all'Ecclesia Dei.
Nel caso di Pistoia, il vescovo ha accolto subito la richiesta dell'associazione. Dopo alcuni mesi, necessari per discutere la questione col consiglio presbiterale (oggi , si sa,bisogna gestire tutto in modo collegiale...) e per individuare un sacerdote disposto a seguire il gruppo, siamo giunti alla fine. La celebrazione sarà avviata tra poche settimane, in una delle chiese più belle e centrali di Pistoia (anche se, purtroppo, non parrocchiale) e con un sacerdote molto convinto e motivato.
Il merito va senza dubbio agli amici dell'Associazione "Madonna dell'Umiltà", che hanno seguito l'iter con pazienza e tenacia. Ma, senza il Coordinamento, senza un organismo in grado di mettere a frutto l'esperienza comune dei gruppi legati alla Tradizione, probabilmente non sarebbe stato possibile catalizzare le forze presenti sul territorio. Questo importante risultato, quindi, costituisce un'ulteriore prova dell'utilità delle federazioni regionali. Per conseguirlo ci sono voluti diversi mesi e non poca fatica. Ma ne è valsa la pena.
domenica 26 settembre 2010
Un'altra S. Messa a Prato!
Di seguito il calendario delle prossime celebrazioni:
24 ottobre 2010
21 novembre 2010
19 dicembre 2010
30 gennaio 2011
20 febbraio 2011
27 marzo 2011
10 aprile 2011
22 maggio 2011
12 giugno 2011 (Pentecoste), ore 10
sabato 25 settembre 2010
Avviso da Viareggio
viene celebrata alla chiesa di S.Rita a Viareggio
domani 26 settembre non sarà celebrata
ma verrà rimandata a domenica 10 ottobre alle ore 17,00
Non sarà celebrata dunque nemmeno
quella dell'ultima domenica di ottobre (31 ottobre)
e si ripartirà col normale calendario dal mese di novembre
(domenica 28 novembre ore 17,00)
giovedì 23 settembre 2010
Avviso da Siena
Fino a quando non sarà trovato un Sacerdote stabile, nella celebrazione si alterneranno Sacerdoti di Diocesi diverse. Domenica prossima celebrerà la S. Messa Don Francesco Ramella, giovanissimo Sacerdote della Diocesi di Albenga-Imperia, la Diocesi di origine dell’Arcivescovo emerito di Siena, S.E. Mons. Mario Jsmaele Castellano, scomparso il 12 Aprile 2007 e che avrebbe compiuto 97 anni il 22 di questo mese.
giovedì 9 settembre 2010
Avviso da Cortona
Per informazioni: 340 5744763.
Comunione tradizionale a Firenze

140° Anniversario della difesa
della Civiltà Cristiana a Porta Pia
Firenze, 20 settembre 2010
PROGRAMMA
Ore 18,00 - Santa Messa solenne in rito romano antico nella Chiesa del SS. Salvatore in Ognissanti.
Ore 20,00 - Riunione conviviale in un ristorante del centro storico fiorentino (spesa prevista per la cena euro 20,00).
mercoledì 8 settembre 2010
Avviso da Livorno
lunedì 6 settembre 2010
Incontro sul motu proprio "Summorum Pontificum" a Prato il 14 settembre alle ore 21,15

Carissimi, tre anni fa il Papa Benedetto XVI con il motu proprio "Summorum Pontificum" liberalizzava la celebrazione della Messa in rito romano antico detta di S. Pio V. Dal primo giorno della entrata in vigore del documento, questa parrocchia è stata una delle prime in Italia ad attuare le sapienti indicazioni dell'insegnamento pontificio. Molti di voi hanno partecipato qualche volta alla celebrazione domenicale delle ore 17, riportando un grande frutto spirituale, per la sacralità e la bellezza dei riti celebrati, durante tutto il corso dell'anno liturgico. Per questo intendiamo ricordare il terzo anniversario di questo grandioso avvenimento, che ha segnato un giorno luminoso per la Santa Chiesa, con un incontro di riflessione e di bilancio del cammino intrapreso: Martedì 14 settembre alle ore 21,15, nei locali della parrocchia.
http://associazionemadonnaumiltapistoia.blogspot.com/2010/09/incontro-sul-motu-proprio-summorum.html
mercoledì 16 giugno 2010
Diocesi di Massa-Carrara-Pontremoli: due nuove sante Messe
Fivizzano (MS), fraz. Monte de' Bianchi
Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve
Tutte le domeniche, ore 9,00: S. Messa cantata
Per informazioni: 0585 97709
Aulla (MS)
Monastero delle Clarisse dell'Immacolata - Via dell'Immacolata, 1
Tutti i sabati, ore 7,30: S. Messa
Per informazioni: 0187 421367
sabato 5 giugno 2010
Dall'arcidiocesi di Pisa: un nuovo gruppo stabile a Bientina
Calendario delle SS. Messe a Carrara
DOMENICA 4 LUGLIO ore 18
DOMENICA 1 AGOSTO ore 18
DOMENICA 5 SETTEMBRE ore 18
Le celebrazioni continueranno per il momento a cadenza mensile. Per informazioni, scrivere a ursi-net@libero.it
Massa-Carrara-Pontremoli: un nuovo gruppo in formazione
venerdì 4 giugno 2010
A Firenze, le SS. Messe si moltiplicano!
lunedì 31 maggio 2010
Santa Messa pontificale al Santuario di Montenero: tre Istituti collaborano alla funzione
In pochi anni l'interesse e l'impegno verso la liturgia tradizionale si sono diffusi tra i fedeli di ogni ordine e grado, nonostante difficoltà e opposizioni. Alla fase iniziale delle iniziative disordinate ne sta subentrando un'altra, nella quale i gruppi sono in grado di coordinarsi tra loro e di dar luogo a grandi eventi su scala regionale e nazionale, che vedono la partecipazione di un gran numero di fedeli. Anche da parte degli ecclesiastici si registra un atteggiamento diverso, più aperto o comunque più cauto, nei confronti di questa vitale componente della realtà ecclesiale.
Certo, sarebbe da sciocchi nascondersi che il lavoro da fare resta immane, specialmente nelle regioni meridionali, dove la fruizione dell'antica liturgia è ancora piuttosto limitata, e non certo a causa del mancato interesse dei fedeli. Al tempo stesso, tuttavia, non possiamo non prendere atto del grande salto di qualità che, in soli tre anni, i fedeli italiani legati alla forma straordinaria del rito romano sono stati in grado di fare.
In questo mese di maggio, due pellegrinaggi su vasta scala, uno alla Sindone di Torino, l'altro al Santuario della Madonna di Montenero, hanno dato prova di una capacità organizzativa prima sconosciuta. C'è da augurarsi che il processo di coordinamento dei diversi gruppi locali proceda speditamente e si giunga presto alla costituzione di federazioni più ampie, in grado di porsi come soggetto unitario di fronte all'episcopato, al clero e ai fedeli.
Del pellegrinaggio alla Sindone si è abbondantemente parlato nei giorni scorsi. Resta ora da dire qualcosa sul pellegrinaggio toscano a Montenero.
Il pellegrinaggio annuale al Santuario di Montenero è un'iniziativa promossa dal Coordinamento Toscano "Benedetto XVI", una federazione che raccoglie tutti i gruppi e le associazioni regionali legate alla forma straordinaria del rito romano. Esso giunge, quest'anno, alla sua terza edizione, che si caratterizza, rispetto alle precedenti, per un significativo aumento sia del numero dei partecipanti che della qualità della funzione liturgica.
Se ciò è stato possibile, lo si deve, in primo luogo, all'atteggiamento delle autorità ecclesiastiche locali, che, nell'attuale contesto, può essere additato come esemplare. Il Vescovo di Livorno, mons. Simone giusti, non si è limitato ad esprimere il proprio sostegno all'iniziativa, ma ha anche bonariamente rimproverato gli organizzatori per non averlo avvisato per tempo, poiché avrebbe avuto piacere di partecipare personalmente. Non gli è mancata, però, la possibilità di dare il proprio contributo, invitando, su indicazione del Coordinamento, mons. Ennio Appignanesi, Arcivescovo emerito di Potenza, a celebrare la Santa Messa pontificale nella basilica del santuario. Mons. Appignanesi, che attualmente risiede a Roma, è in stretto contatto con l'Istituto del Buon Pastore ed ha conferito più di una volta gli ordini sacri ai suoi chierici. È attraverso l'Istituto che il Coordinamento si è messo in contatto con questo Vescovo, che ha accettato con gioia di guidare il terzo pellegrinaggio regionale toscano.
Ottima, come di consueto, è stata l'accoglienza riservata ai pellegrini dal parroco del santuario, P. D. Luca Bernardo Giustarini, O.S.B. Vall., che quest'anno ha partecipato attivamente anche alla fase organizzativa, come del resto c'era da aspettarsi dal sacerdote che, dal febbraio scorso, celebra abitualmente la Messa in rito antico per i fedeli livornesi.
Al servizio liturgico hanno provveduto tutti e tre gli Istituti toscani impegnati nella celebrazione della liturgia tradizionale. Sacerdoti e chierici dell'Istituto di Cristo Re sommo Sacerdote, dei Frati Francescani dell'Immacolata e dell'Opera di Maria Madre della Chiesa si sono trovati insieme all'altare, offrendo un bell'esempio di collaborazione cristiana e mostrando, una volta di più, l'eccezionale vitalità della Tradizione cattolica: molti, infatti, sono rimasti sorpresi nel vedere tanti giovani chierici che svolgevano in modo perfetto e devoto le cerimonie di una liturgia ritenuta dimenticata o riservata ai nostalgici. Approfittiamo dell'occasione per formulare l'auspicio che i contatti tra gli Istituti di questo tipo presenti nel nostro Paese diventino sempre più frequenti. È da essi, infatti, che dipende il futuro della nostra causa. E chi sa che un giorno non sia possibile assistere, anche in Italia, ad un grande evento nazionale organizzato dagli Istituti insieme alle associazioni laicali, sul modello del pellegrinaggio francese a Chartres?
A Montenero erano presenti anche numerosi sacerdoti secolari, provenienti sia dalla Toscana che da altre regioni italiane, e una delegazione dell'Ordine della Milizia del Tempio, guidata dal proprio Gran Maestro.
C'erano, dunque, tutti i presupposti per una serena manifestazione di fede e di pietà nei confronti della Madonna.
Sabato 29 maggio era una di quelle belle giornate di fine primavera, in cui i calori dell'estate ormai imminente sono temperati dalla brezza marina e dal cielo velato. I pellegrini sono giunti a Montenero alla spicciolata. Molti di essi hanno atteso l'inizio del pellegrinaggio visitando le gallerie del santuario, ricchissime di ex voto, o accostandosi al sacramento della Penitenza, anche in vista dell'indulgenza plenaria che il Santo Padre ha specialmente concesso a tutti i partecipanti.
Dei contestatori anarchici che, come alcuni sanno, hanno turbato il pellegrinaggio dell'anno scorso non c'era neppure l'ombra. Anch'essi, probabilmente, si sono resi conto che la liturgia tradizionale non ha nulla a che vedere con l'appartenenza a determinati movimenti politici. Il Coordinamento, che ha fatto di tutto per dissipare l'equivoco, è lieto di essere riuscito nel suo intento. Nella prossima edizione, quindi, non ci saranno difficoltà a ripristinare la tradizionale processione penitenziale da Montenero basso, che quest'anno, per ragioni puramente prudenziali, era stata cancellata su suggerimento delle forze dell'ordine.
Alle 11 ha avuto inizio, sul sagrato del santuario (all'interno si stava celebrando una Messa "d'orario"), la recita del santo Rosario in latino, intercalata dal alcuni canti mariani popolari, cari alla tradizione italiana. Nel frattempo, i seminaristi hanno preparato l'altare per il solenne Pontificale.
Finito il Rosario, i fedeli, al canto di Noi vogliam Dio, sono entrati processionalmente in chiesa. La basilica era affolata da circa 300 persone, tra cui molti giovani, che hanno assistito con raccoglimento e devota partecipazione ad una funzione che si è protratta per ben due ore. Oltre ai membri delle associazioni toscane, erano presenti molti fedeli che non conoscevano ancora il rito antico, attratti dai manifesti diffusi dal Coordinamento o capitati per caso al santuario. Un libretto latino-italiano, realizzato in proprio, ha consentito a tutti di seguire comodamente la complessa celebrazione.
Come Ordinario, il Coro S. Donato di Lucca, diretto dal M° Marco Tomei, ha eseguito la Messa in mi bemolle maggiore di D. Bartolucci, che prevede l'alternanza tra versetti polifonici, eseguiti dai coristi, e versetti gregoriani dalla Messa "de Angelis", eseguiti dal popolo. In questo modo si sono salvaguardate le esigenze della partecipazione da un lato, e quelle dell'arte dall'altro. Il programma musicale comprendeva anche mottetti di Arcadel, Palestrina, Mozart, Franck e l'esecuzione del coro, di eccezionale qualità, ha ottenuto unanimi consensi, anche da parte degli esperti. Un secondo coro, diretto dal M° Antonio Lorenzoni, ha eseguito il Proprio in canto gregoriano, distinguendosi anch'esso per la correttezza e l'espressività dell'interpretazione.
La partecipazione popolare è stata piena e sentita, non solo nell'esecuzione dei canti dell'Ordinario, ma anche nell'esattezza con cui tutti eseguivano i gesti previsti dalla cerimonia e nel completo silenzio che ha accompagnato tutta la funzione, la quale, come abbiamo ricordato, è stata assai lunga e complessa.
Al termine, una parte dei pellegrini si è trattenuta presso i locali del santuario per un pranzo conviviale, al quale ha preso parte anche il Vescovo.
Può apparire retorico aggiungere che, dopo il pellegrinaggio, molti fedeli hanno confessato di essersi commossi e hanno definito la solenne cerimonia come un assaggio della liturgia celeste. Eppure questa è la pura verità. Tacerla sarebbe disonesto, soprattutto per tutti quelli che, con il loro lavoro, il loro impegno o semplicemente la loro partecipazione, hanno reso possibile la realizzazione di questa splendida iniziativa.
