venerdì 10 ottobre 2014

Scomparsa di mons. Porcinai: il cordoglio della Confraternita di San Francesco Poverino

CONFRATERNITA DI SAN FRANCESCO POVERINO
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LA SCOMPARSA DEL CONFRATELLO MONS. FABRIZIO PORCINAI

In età ancor giovane, alcuni giorni fa è scomparso, per un male incurabile che lo tormentava da molto tempo, ma lucido sino alla fine, mons. Fabrizio Porcinai, Vicario Episcopale per l’economia dell’Arcidiocesi di Firenze.
Vocazione adulta formatasi nel contesto della FIAT di cui era divenuto da semplice impiegato uno dei dirigenti, è stato per molti anni co-parroco della Basilica di S. Lorenzo e rettore del Seminario fiorentino.
Mio tramite la Venerabile Confraternita di S. Francesco Poverino ha manifestato già e manifesta ora qui il dolore degli Ascritti e la religiosa partecipazione al lutto che ha colpito la Chiesa fiorentina con la perdita dell’amato Confratello, sempre disponibile a venire incontro alle necessità del nostro pio sodalizio che, col Suo aiuto, ha potuto salvare dalla distruzione un immobile di grande valore artistico e carico di storia religiosa e caritativa.
I Confratelli si riconoscono nelle parole pronunciate da S. Em.za il card. Giuseppe Betori all’annuncio della morte di don Fabrizio diffuse dalla stampa e nella sua omelia alta e solenne che con attenzione è stata seguita durante la S. Messa esequiale nella Basilica di S. Lorenzo gremita sino all’inverosimile.
Sono state apprezzate anche le parole dei giornalisti che ne hanno tratteggiato la figura di sacerdote devoto e di alta cultura, ed il ricordo da parte di don Jacopozzi che ha illustrato l’animo del defunto sulla base delle sue predilezioni artistiche.
Buono, docile verso i superiori, di carattere mite ed affettuoso, mi onorava della Sua amicizia e della Sua fiducia. Non ho mai intravisto in Lui l’orgoglio sottolineato, sulle pagine della “Nazione” da Giovanni Pallanti, nel suo pur pregevole articolo.
Fermo nella Verità sì, incapace di compromessi sì, orgoglioso proprio no. La sua umiltà e la sua infinita disposizione al perdono si è palesata in occasione degli attacchi velenosi e vili che hanno cercato di infangarne la figura di uomo e sacerdote persino alla vigilia della morte con scritti anonimi diffusi in tutta la realtà diocesana. Orgoglio? No, mai ha risposto ai vigliacchi anonimi, se non col perdono.
In un momento di confidenziale colloquio, quando gli chiesi perché non riservasse agl’infami calunniatori, qualche meritata bastonata, scuotendo il capo mi rispose: “Dante, bisogna saper rendere sempre il bene per il male ricevuto”. E ben sapeva da quali ambienti provenissero gli attacchi.
Una grande lezione per me. La Confraternita pregherà non solo perché Dio accolga subito in cielo l’anima di don Fabrizio, ma anche per la conversione ed il pentimento dei suoi denigratori.

La S. Messa di Domenica 19 p.v. sarà celebrata in suffragio dell’anima di questo illustre Confratello.

Il Governatore
Dante Pastorelli

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