Divulghiamo il testo della predicazione di Mons. Athanasius Schneider in occasione della celebrazione della S. Messa per la Domenica XVIII post Pentecosten presso la cappella di San Giuseppe all'Ospedale di Livorno, affidata all'Apostolato dell'Istituto Cristo Re e Sommo Sacerdote. Mons. Schneider, dopo il suo intervento al Pellegrinaggio regionale toscano del giorno precedente, si è trattenuto a Livorno presso l'Apostolato dell'ICRSP.
Ringraziamo ancora una volta Mons. Schneider per la sua partecipazione al Pellegrinaggio e per l'impegno apostolico dei discorsi che vi ha pronunciato, ma altresì per averci accordato di divulgare le sue preziose parole.
La fede cattolica: un dono inestimabile
«Sii fedele fino alla morte ed Io ti darò la corona della vita» (Apc. 2,10). Queste parole del Nostro Signore rappresentano un santo compito per ogni cristiano. Per il fedele, questo significa mantenere la fede, infusa nell’anima per il Dio Uno e Trino, in tutta la sua integrità, purezza e bellezza senza alterarla. «La parola Credo vuol dire: io tengo per verissimo tutto quello che in questi dodici articoli si contiene: e credo più fermamente queste cose, che se le vedessi cogli occhi miei, perché le ha rivelate Iddio, che non può ingannarsi, né ingannare, alla santa Chiesa cattolica e per mezzo di essa le rivela anche a noi.» (S. Pío X, Catechismo maggiore).
San Tommaso d’Aquino dice: «Nell’assentire alla fede, l’uomo si eleva al di sopra della sua natura» (Somma teologica, II-II, q. 6, a. 1 c). Il principio della fede non sta in noi per mezzo della natura, ma è un dono soprannaturale di Dio. Coloro, che non appartengono alla Chiesa di Cristo non hanno la fede soprannaturale (cf. II Concilio de Orange, can. 5).
Solamente la fede cattolica possiede integralmente la fede divina. Il beato John Henry Newman affermò: «La Chiesa cattolica è vostra unica opportunità di trovare la pace e la tranquillità in questo mondo agitato e mutevole. Dimenticate il cattolicesimo, e in una terribile, però inevitabile successione aprirete la porta al protestantesimo, al panteismo e al scetticismo nella vostra vita. O, cuori inquieti e intelletti cavillosi, che cercate un vangelo più salutifero del Redentore e una creazione più perfetta del Creatore!» (Discorsi sulla fede, 13). E san Tommaso d’Aquino dice “il peccato dell’incredulità è maggiore di qualche altro peccato morale» (Somma teologica, II-II, q. 10, a. 3 c).
Sempre si avrà un confronto inesorabile tra il mondo e la fede, come lo segnalò il beato John Henry Newman: “Quale è la religione del mondo oggi? Il mondo ha adottato la parte più positiva del Vangelo: il suo annunzio di consolazione, i suoi precetti d’amore; invece tutti gli aspetti più seri e profondi della condizione e del futuro dell’uomo sono stati dimenticati. Questa è la religione naturale, e Satana ha saputo molto bene camuffarla e trasformandola in un idolo. Tutto è diventato gioioso e ottimista. La religione è comoda e piacevole. La benevolenza è la maggiore delle virtù, mentre lo zelo per la fede è considerato come uno dei maggiori peccati. La stessa fermezza della fede si vede con ostilità e sospetto. Dall’altro lato si approva ogni forma di libertinaggio. … In ultima analisi si tratta di un insegnamento solo parzialmente evangelico, costruito sopra i cimenti mondani che si fanno passare per il Vangelo, eliminando tutta una parte del Vangelo, il suo carattere austero, considerando sufficiente essere benevolo e cortese. Tutto questo si fa senza il vero timore di Dio, senza un zelo ardente per l’onore di Dio, senza una profonda avversione al peccato, senza sentire indignazione e dolore dinanzi alle blasfemie degli eretici. In breve: una tale religione è senza serietà, dove non si è né freddi, né caldi, ma tiepidi. La Santa Chiesa di Dio è e sarà sempre disprezzata dal mondo, pur mantenendo la sua influenza nel mondo» (Parochial sermons, I, 24).
La salvezza dell’anima trascende tutta la realtà temporale e terrena, come ha detto il beato John Henry Newman: La Chiesa “considera questo mondo e tutto ciò che egli contiene, una semplice ombra, polvere e ceneri in paragone con il valore di una sola anima”. Per la Chiesa vale più salvare l’anima di un bandito di fare diverse opere nell’ambito temporale e sociale (cf. Certain difficulties felt by Anglicans in catholic teaching, II, 8).
Il beato John Henry Newman ha già avvertito sulla confusione tra la verità e la menzogna, operata tramite un falso ecumenismo: «Mai la Santa Chiesa aveva avuto tanto bisogno di combattenti che contrastino lo spirito del liberalismo religioso. Il liberalismo religioso è la dottrina secondo la quale non c’è verità certa in materia di religione, ma che un credo vale tanto quanto un altro. Dicono che la religione cattolica non è la verità, ma un mero sentimento e un gusto. Dicono che la devozione non si deve appoggiare necessariamente sulla fede e che uno può andare sia in una chiesa protestante che in una Chiesa cattolica. Si può fraternizzare nelle idee e nel sentire spirituale senza avere dottrina in comune né vedere la necessità delle dottrine certe.» (Discorso del Biglietto, 12 magio 1879).
Il beato John Henry Newman pronunziò profeticamente le seguenti parole già nel secolo diciannovesimo: «Non c’è dubbio che esiste oggi una coalizione del male che sta organizzando il suo esercito in tutto il mondo, e circonda la Chiesa come una rete, preparando il terreno per una apostasia generale. Dio non voglia che siamo così ingenui da cadere nella trappola che ci stanno preparando» (Discussions and arguments on various subjects, 2).
San Giovanni Maria Vianney, il curato di Ars diceva: “Chi non ha la fede ha l’anima ben più cieca di coloro che non hanno occhi. Viviamo in questo mondo come avvolti nella nebbia; ma la fede è il vento che dilegua la nebbia e che fa splendere sulla nostra anima un bel sole. Quando non si ha fede, si è ciechi. Chi non vede, non conosce; chi non conosce, non ama; chi non ama Dio, ama se stesso e i piaceri della vita. Egli lega il suo cuore a cose che passano come una nube di fumo. Quando diciamo: “Mio Dio, io credo, credo fermamente, vale a dire senza il minimo dubbio, senza la minima esitazione…” oh! Se ci lasciassimo inondare da queste parole: “Credo fermamente che tu sei presente ovunque, che tu mi vedi, che il tuo sguardo è su di me che un giorno ti vedrò chiaramente di persona, che godrò di tutti i beni che mi hai promesso! Mio Dio, spero che mi ricompenserai di tutto ciò che avrò fatto per esserti gradito! Mio Dio, ti amo! E’ per amare te che ho un cuore!” oh! Basterebbe questo atto di fede, che è al tempo stesso anche un atto d’amore!”
G.K. Chesterton, uno dei più grandi apologeti cattolici del nostro tempo, formulò questa verità: “La Chiesa cattolica è l’unica che salva l’uomo dalla degradante servitù di essere un figlio del suo tempo.» (The Catholic Church and conversion).
La fede cattolica, e in concreto la fede cattolica pura e integra, è il più grande tesoro che Dio ci ha depositato nell’anima nel momento del battesimo. Immediatamente prima del battesimo ci hanno fatto queste domande: “Cosa tu domandi alla Chiesa? (Quid petis ab Ecclesia?)”; e nostri padrini hanno risposto, o noi stessi se eravamo adulti, con queste due parole decisive: “La fede (fidem)”. Questa fede significa la fede cattolica, pura e integra. E la seguente domanda era: “Cosa ti dà la fede?». Anche questa volta la risposta era molte breve, decisiva e insuperabile: “La vita eterna (vitam aeternam)”. E nostro Signore dice a ciascuno di noi: «Sii fedele fino alla morte ed Io ti darò la corona della vita» (Apoc. 2,10). Amen.
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